’Ndrangheta, 35 condannati
«A Como ci sono i clan»

Le sentenze con rito abbreviato dell’inchiesta Insubria. Cinque anni a Michelangelo Chindamo ritenuto il capo del “locale” di Fino Mornasco

Tutti condannati, l’impianto accusatorio ha retto in pieno, anche le se pene sono state ridotte rispetto alle richieste dei pubblici ministeri Paolo Storari e Francesca Celle.

Il giudice dell’udienza preliminare di Milano Fabio Antezza ha dato lettura, nell’aula bunker di San Vittore, del dispositivo della sentenza con la quale ha condannato con rito abbreviato 35 persone (venti quelle residenti in provincia di Como), per l’accusa appartenenti ai “locali” di ’ndrangheta di Calolziocorte, Fino Mornasco e Cermenate, finite nei guai nell’ambito dell’operazione Insubria della Direzione distrettuale antimafia di Milano.

Le pene più pesanti sono quelli irrogate a Michelangelo Chindamo, presunto capo del locale di Fino Mornasco (cinque anni in continuazione), a Antonino Mercuri di Airuno, presunto capo del locale di Calolziocorte (5 anni e 4 mesi), al suo presunto braccio destro Antonio Mandaglio di Carenno (6 anni) e a Marco Condò presunto appartenente al locale di Calolziocorte (6 anni).

Le restanti condanne vanno da un minimo di due anni a un massimo di quattro anni e 10 mesi.

Tutti i nomi e i particolari su La Provincia di mercoledì 27 maggio

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