L’Inter d’Oriente
spacca i tifosi comaschi

Il sindaco Lucini: «Non cambierà nulla». Bruni: «Con gli indonesiani voleremo nel mondo»

Roncoroni fuori dal coro: «Perdiamo identità»

Como

«Meno male che mio padre non c’è più. Morte lo scampò dal vedere peggio».

Solo lo scrittore comasco Federico Roncoroni, citando Leopardi, vive come un funerale il passaggio di proprietà dell’Inter dalla famiglia Moratti agli Indonesiani.

Quasi un funerale

Gli altri guardano al risultato e ai soldi che porterà Erick Thohir, il nuovo azionista di maggioranza dell’Inter che ha versato 250milioni alla società di Moratti.

In primo luogo l’ex sindaco Stefano Bruni che dice: «Moratti è un gran presidente. Ha fatto tanto per acconsentire all’Inter di crescere nel mercato internazionale ma ormai queste sono multinazionali che devono stare sui mercati orientali, non possono stare sul mercato locale. Tutte le grandi società, a parte il Bayern Monaco, hanno fatto questa scelta».

Bruni non è spaventato. Roncoroni sì: «I gioielli di famiglia in senso metaforico li abbiamo già venduti da tempo: in senso proprio lo stiamo facendo giorno dopo, dalle grandi griffe vendute ai francesi siamo arrivati all’Inter. Cosa possiamo fare? W l’Italia». Venduta pezzo a pezzo. E proprio sull’Italia si concentra Fulvio Caradonna che per la vendita dell’Inter non si scompone: «Sono un tifoso abbastanza tiepido. Con tutti i problemi che ha il Paese, questo è senz’altro il minore», Il deputato Nicola Molteni risponde ridendo. Poi chiede se è una domanda seria? E quando scopre che lo è, di primo istinto dice la vendita agli indonesiani potrebbe essere un’opportunità per la squadra. Poi, ripensandoci aggiunge: «Non vorrei fosse il simbolo del decadimento del Paese come l’Alitalia che rischiava di essere venduta ai francesi, Finmeccanica ai coreani, le griffe e alcuni settori agro alimentari ancora ai francesi». «Moratti dice che sono delle persone serie - conclude -. Lui ha fatto tanto per l’Inter ha investito un miliardo dal 95 a oggi. Dispiace che l’Inter non sia più delle famiglie milanesi, i Moratti, i Rizzoli, i Pellegrini, e forse deve far riflettere sullo sport di oggi». Moratti dice che sono delle persone serie.

Il sindaco Mario Lucini si agita solo quando l’Inter va in campo: «Da tifoso le questioni societarie mi lasciano indifferente».

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