Lo Stato ci deve più di due milioni
Ce ne restituirà un terzo. In 30 anni

Il Comune in credito con il ministero per le spese di manutenzione del Tribunale

Una beffa che arriva direttamente da Roma e che colpisce in pieno Palazzo Cernezzi. Si tratta delle spese sostenute dall’amministrazione cittadina per la sede del tribunale (di proprietà del Comune) tra il 2011 e il 2015 per un totale di 2,1 milioni di euro. Soldi che lo Stato dovrebbe rimborsare all’ente locale che, però, ne vedrà soltanto un terzo di quelli spesi. Il motivo? Roma, nella legge di Bilancio ha stabilito le modalità in cui lo speciale fondo per il ristorno delle spese debba essere ripartito tra i singoli Comuni.

E quello per il Comune di Como è pari a 750mila euro «da erogarsi in rate annuali da 25mila euro dal 2017 al 2046». Il ministero della Giustizia ha inviato a tutti i Comuni interessati una nota lo scorso 10 agosto per chiedere la trasmissione, entro il 30 settembre, dei documenti necessari per poter accedere al fondo. Non solo. Tra le carte che i Comuni hanno dovuto inviare c’è anche «la dichiarazione di rinuncia a qualsiasi ulteriore pretesa per il medesimo titolo, unitamente al provvedimento di estinzione del giudizio o della procedura esecutiva, ovvero dichiarazione di inesistenza di giudizi o procedure esecutive pendenti». Tradotto: prendere subito i soldi (un terzo di quanto dovuto) e rinunciare ad avanzare qualunque pretesa possibile sul credito accumulato nei confronti del ministero.

Non proprio le stesse modalità che si adottano nei confronti dei cittadini debitori ai quali non solo si chiedono le somme dovute, ma si aggiungono pure gli interessi. Lo Stato, invece, oltre a farsi il maxi sconto restituirà le somme con tutta calma.

A sollevare il caso è stato, in consiglio comunale, il capogruppo del Movimento 5 Stelle Fabio Aleotti, che ha chiesto chiarimenti all’amministrazione sulla scelta di aderire alla proposta e fatto presente che «Anci, che rappresenta tutti i Comuni, suggeriva invece di fare ricorso». Aleotti ha sottolineato il paradosso della restituzione di un terzo della somma in trent’anni.

Dal canto suo l’assessore al Bilancio di Palazzo Cernezzi Adriano Caldara ha spiegato ieri che «la decisione andava presa entro il 30 settembre e, quindi, i tempi erano ridotti». Poi ha aggiunto: «Abbiamo deciso come giunta di aderire a quanto proposto dal ministero, e quindi di incassare i 750mila euro in 30 anni perché abbiamo ritenuto improbabile iniziare un eventuale contenzioso su questa tema. O accettavamo 750mila euro in trent’anni oppure la prospettiva era quella di non avere nulla imbattendosi in una vicenda giudiziaria dagli esiti incerti. In caso di sconfitta, poi, avremmo privato i comaschi anche dei 750mila euro».n Insomma, si sarebbe dovuti finire in tribunale per discutere le spese per il funzionamento del...tribunale.

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