Lugano: a processo
ex direttore di banca

È accusato di aver commesso malversazioni per milioni e milioni di franchi. Il tutto non per un tornaconto personale in denaro, ma per mantenere alto il proprio prestigio e garantirsi un buon grado di autorevolezza nel settore

Prima la parabola ascendente con una carriera nell’alta finanza che lo ha visto amministrare decine di conti, per una infinità di clienti, in veste di apprezzato e riconosciuto direttore di banca. Poi, alla soglia della pensione e della terza età, un lento e inesorabile declino destinato a chiudersi sul banco degli imputati. Sul capo, l’accusa di aver commesso malversazioni per milioni e milioni di franchi. Il tutto non per un tornaconto personale in denaro, ma per mantenere alto il proprio prestigio e garantirsi un buon grado di autorevolezza nel settore. È questo, a grandi linee, il canovaccio del processo.

A comparire in aula per rispondere di truffa ripetuta, amministrazione infedele e falsità in documenti sarà un 76.enne ex dirigente di un istituto di credito cittadino. Secondo le ricostruzioni dell’inchiesta coordinata della procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi, l’uomo gestiva un vasto portafoglio di clienti, soprattutto italiani. Lo avrebbe fatto prevalentemente alla “vecchia maniera”, tenendo i contatti a voce o di persona, senza che il tutto trovasse una traccia sulla carta o nei rendiconti. E così, quando un cliente domandava come andassero gli investimenti, il dirigente, facendo leva sulla fiducia in lui riposta, garantiva un ottimo andamento.

Ma i nodi prima o poi sarebbero venuti al pettine. Uno dei risparmiatori, convinto di avere a disposizione ingenti fondi, acquistò una tenuta di campagna. Se non che i soldi non c’erano o non erano sufficienti. E così il dirigente, messo alle strette li prelevò da un altro conto. Insomma: il classico “buco tappa buco”. Accortosi successivamente dell’accaduto, l’istituto di credito denunciò le irregolarità e scattarono le verifiche. Gli accertamenti hanno stabilito che il movente non era determinato da una qualsivoglia volontà di arricchirsi illecitamente, l’uomo infatti, difeso dall’avvocato Maria Galliani, non ha messo da parte nulla. I fatti risalgono al periodo tra il settembre 1999 e l’estate 2008..,

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