L’ultimo segnale dell’elicottero caduto

Due inchieste parallele di Procura e Anav sulle cause della tragedia costata la vita a tre persone in Val Masino. Il Gps a bordo funzionava: una segnalazione, debole, captata dagli svizzeri quando era ormai troppo tardi

Un fascicolo aperto in Procura a Sondrio contro ignoti per omicidio colposo plurimo, una consulenza tecnica disposta dal pubblico ministero che ha affidato ad uno specialista del volo il compito di fare luce sulle cause della tragedia mentre un’altra inchiesta - parallela - questa volta a firma dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, dovrà appurare se ed eventualmente in che modo poteva essere evitato il disastro aereo della Val Malenco, l'elicottero finito contro una montagna.

Non c’è tempo per il dolore, che pure ha lasciato ammutolita l’intera valle e ha gettato nella disperazione le famiglie del pilota Agostino Folini, 51 anni, di Chiuro - una vita sugli elicotteri - e dei due operatori di terra Marco Gianatti, 35 anni, di Montagna in Valtellina (sposato una figlia che proprio oggi compie un anno) e Stefano Olcelli, di appena 28 anni, di Buglio in Monte, pure padre di una bimba di soli sei mesi. Non c’è tempo neppure per fermarsi, anche se in Elitellina, l’operatore aereo proprietario del velivolo, i visi sono tirati e gli sguardi trasfigurati : dall’amministratore delegato, alle segretarie, dai piloti agli specialisti, sono da giorni al lavoro, prima a disposizione dell’unità di soccorso, ora della magistratura.

Chiuso il capitolo delle ricerche dopo lo schianto dell’Ecoureil B3, sulla rotta Alta Valmalenco-Val Codera (che si è concluso all’alba di domenica, a quota 3120 metri, sull’alpe Zocca, in Alta Valmasino), si apre ora quello delle inchieste. Due, dicevamo.

La prima, avviata dal pm Elvira Antonelli, si è già messa in moto con l’affidamento al dottor Paolo Tricomi di Lecco dell’autopsia sui resti delle tre vittime. Un atto dovuto che - a dire il vero - difficilmente potrà chiarire le cause del disastro aereo che - per contro - potranno invece avere una risposta dalla consulenza tecnica affidata fuori provincia ad uno specialista del volo. Il consulente dovrà verificare tutto quello che riguarda il velivolo (ore di volo, manutenzioni, autorizzazioni), l’organizzazione del lavoro in Elitellina e naturalmente la posizione dei tre dipendenti e il contesto ambientale in cui è avvenuto l’incidente (c’era nebbia fitta in zona), ma soprattutto dovrà analizzare i resti del velivolo per ricostruire la dinamica e - di conseguenza - per cercare di accertare le possibili cause.

Delle mille congetture, una è già stata smentita ufficialmente: il velivolo non era dotato di scatola nera perchè non è prevista in dotazione all’Ecoureil B3 e il dispositivo con il segnale Gps a bordo funzionava regolarmente, tanto è vero che è stato captato da un “Super Puma”, in versione militare, in dotazione all’esercito elvetico che si trovava in ricognizione sul versante svizzero su richiesta dei valtellinesi. Alle 5 e 30 di domenica il segnale - seppur debole - è stato captato in modo distinto e la segnalazione è rimbalzata al Sar elvetico che prontamente ha avvisato gli italiani. In quel momento si sono spente tutte le speranze di trovare i tre ancora in vita.

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