Minorenni eritree fermate a Chiasso
Camminavano lungo l’autostrada

Fermate su segnalazione degli automobilisti dalle guardie di confine e riaccompagnate a Como

Tre ragazzine minorenni di nazionalità eritrea sono state fermate ieri mattina lungo l’autostrada per Lugano, a Chiasso, dalle guardie di confine svizzere.

Secondo quanto ricostruito, le tre amiche - che saranno ovviamente restituite alle autorità italiane, secondo un iter cui, negli ultimi mesi si è fatto ricorso in centinaia di occasioni - erano riuscite a passare il confine transitando probabilmente per la “ramina” nei pressi della dogana commerciale di Chiasso.

Da qui erano riuscite a camminare per diverse centinaia di metri fino a raggiungere il Centro ovale, a due passi dall’ingresso dell’autostrada. Infine, probabilmente nel tentativo di proseguire il loro cammino verso nord tenendosi accuratamente a distanza dai centri abitati, si erano spinte proprio in direzione dell’autostrada.

In un territorio presidiato perfino da droni in grado di intercettare migranti clandestini a spasso per i boschi, è bastato davvero pochissimo perché le tre fossero segnalate alle autorità, intervenute subito dopo con un paio di pattuglie delle guardie di confine.

Le ragazzine sono state accompagnate in ufficio per le operazioni di identificazione. L’episodio di ieri mattina dimostra come nonostante i continui e sistematici respingimenti, non si allenti la pressione dei migranti sul confine di Stato. Per tutti, o quasi - e soprattutto per quelli ospitati nelle strutture comasche - l’obiettivo rimane la Germania e con essa i Paesi del Nord Europa. I tentativi di “addolcire” il rigore delle autorità elvetiche, nella direzione della creazione di un corridoio che consenta a profughi e migranti di avvicinarsi alla Germania dopo la semi chiusura del Brennero, sono caduti, fino a oggi, tutti nel vuoto.

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