’Ndrangheta, il processo è da rifare
Subito liberi due presunti affiliati

Cavillo procedurale fa saltare otto condanne per associazione mafiosa

Gli imputati accusati anche di estorsione tra Mariano e Inverigo

Si sono aperte all’improvviso le porte del carcere per Armando Cristello e Nicola Fraietta, in cella dal settembre 2012 con l’accusa di aver fatto parte della ’ndrangheta che tra Mariano, Giussano, Inverigo e Seregno terrorizzava, taglieggiava, minacciava. Con un clamoroso colpo di scena la corte d’Appello di Milano, ieri, ha accolto il ricorso di incompetenza territoriale presentato dagli avvocati di otto imputati e ha annullato le pesantissime condanne di primo grado, stabilendo che il processo deve ripartire da zero in quel di Monza. Una decisione che ha fatto scattare l’immediata liberazione per i due imputati ancora detenuti per questo processo, a causa della decorrenza dei termini di custodia cautelare.

Gli altri imputati

Restano invece in carcere - ad eccezione dei fratelli Giovanni e Giuseppe Brenna, entrambi di Mariano Comense, 48 e 43 anni, già tornati liberi anche perché non accusati di associazione mafiosa - gli altri imputati: i fratelli di Cabiate Rocco e Francesco Cristello, Claudio Formica di Mariano e Francesco Elia, tutti già condannati all’ergastolo per l’omicidio da lupara bianca commesso nel maneggio di Bregnano di Salvatore di Noto. La sentenza dei giudici di secondo grado - che hanno accolto le conclusioni dello stesso procuratore generale, oltre che degli avvocati Simone Gatto, Gianluca Crusco, Costantino Barreca - annulla condanne dai 5 anni e mezza ai 14 anni di carcere.

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