L’Isis rivendica l’attacco di Rouen
Racconto choc della suora sopravvissuta

Tre feriti, uno grave. I due assalitori, armati di coltelli, abbattuti dalla polizia. Entrando in chiesa durante la messa avrebbero inneggiato allo Stato islamico. Poi hanno ucciso l’anziano sacerdote che avrebbe cercato di difendersi. Il Papa: «Condanna per ogni forma di odio e preghiera per le vittime»

Man mano che passano le ore e nel mondo crescono preoccupazione ed orrore, si chiarisce meglio il quadro dell’assalto di estremisti islamici stamattina alla chiesa di Saint Etienne che ha portato allo sgozzamento del sacerdote e al ferimento di tre parrocchiani, uno dei quali è in gravi condizioni.

Secondo la ricostruzione della polizia i due assalitori avrebbero gridato «Allah Akbar» e «Daesh” . La conferma della morte di padre Jacques Hamel, 84 anni, è arrivata dall’arcivescovo di Rouen, mons. Dominique Lebrun, che ha annunciato il suo rientro nella diocesi da Cracovia, dove si trovava. Poco dopo, puntuale, è arrivata la rivendicazione dello stato islamico che, attraverso l’agenzia Aamaq, ha affermato che l’attacco è stato compiuto da due “soldati» del gruppo che «hanno eseguito l’operazione in risposta agli appelli di prendere di mira i Paesi della Coalizione crociata». Non ci sono dubbi sulla militanza jihadista degli attentatori, uccisi dalle teste di cuoio francesi mentre uscivano dalla chiesa. Uno dei due, riferiscono fonti di polizia citate da diversi media francesi, era stato condannato nel 2015 per un tentativo di arruolamento nella Jihad in Siria. Non ci riuscì e venne fermato alla frontiera turca, aveva scontato un anno di prigione ed era stato liberato il 22 marzo e posto sotto sorveglianza con il braccialetto elettronico. La procura antiterrorismo aveva fatto appello contro questa decisione. Una persona è stata fermata in relazione alle indagini sull’attacco, ha reso noto la Procura francese. E fonti di polizia hanno anche riferito che «in dispositivo esplosivo e un’arma fittizia sono stati ritrovati nella chiesa» di Saint-Etienne-du-Rouvray.

Scioccante il racconto di una suora sfuggita ai terroristi: prima di sgozzarlo, i due terroristi di Saint-Étienne-du-Rouvray hanno costretto padre Jacques Hamel, 84 anni, «a mettersi in ginocchio, lui ha cercato di difendersi e lì è cominciato il dramma”: ha raccontato Suor Danielle, una delle religiose presenti all’interno della chiesa, in un’atroce testimonianza a radio RMC. Per lei, i due hanno filmato la scena. «Si registravano. Hanno fatto una specie di sermone in lingua araba intorno all’altare. Era orribile».

Il presidente Francois Hollande, che insieme al ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, è giunto subito a Saint-Etienne de Rouvray, proprio vicino alla “sua” Rouen - dove è nato - ,ha detto che i due hanno agito «in nome dell’Isis», condannando l’ “ignobile» assalto alla chiesa. «Ci troviamo ancora una volta di fronte a una prova, la minaccia è molto elevata», ha aggiunto Hollande. E ha scandito: «E’ una guerra da condurre con tutti i mezzi nel rispetto dei diritti» ricordando che i «terroristi vogliono dividerci» ed esprimendo dolore e sostegno alle forze di sicurezza - tra di esse c’è stato un ferito - che hanno evitato un bilancio ancora più pesante. E’ arrivata anche la voce del papa, attraverso il portavoce vaticano padre Lombardi, «con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite». Subito dopo il pontefice ha inviato un telegramma all’arcivescovo di Rouen a firma del Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin: «Il Signore ispiri a tutti pensieri di riconciliazione e fraternità in questa nuova prova.

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