Petizione: «Non chiudeteci
l’altro pronto soccorso»
Dopo Mariano rischia Giussano

Raccolta firme per salvare l’unità di emergenza del Borella

«Servizio indispensabile anche se siamo di un’altra Asl»

In novecento hanno già firmato la petizione, e tra questi quasi un centinaio abitano ad Arosio e Carugo.

La raccolta di firme per scongiurare l’ulteriore depotenziamento dell’ospedale Borella a Giussano, sembra aver imboccato la strada giusta.

Ieri, nonostante gli spruzzi di neve e il freddo, c’è stato molto movimento sotto il gazebo allestito nella centrale piazza san Giacomo. Probabilmente il recente episodio di cronaca, con la morte, giovedì mattina, di un artigiano giussanese arrivato al pronto soccorso, mezz’ora prima dell’apertura (dallo scorso giugno il servizio funziona solo dalle 8 del mattino alle 20), ha indotto molti cittadini a firmare.

«Per ora non c’è nulla di ufficiale –spiega Luigi Stagno, presidente del Comitato “Salviamo il Borella”-, ma sono troppi i segnali negativi, a partire proprio dalla chiusura notturna del pronto soccorso. O dal fallimento, ancor prima di nascere, del progetto di un polo materno-infantile, bocciato dalla regione, per mancanza di fondi. Così abbiamo deciso di mobilitarci, raccogliendo le firme per impedire che un ospedale così importante, un punto di riferimento per il diritto alla salute della comunità, venga dismesso».

La fondazione del Comitato, sostenuto, per ora, solo dal Movimento Cinque Stelle - «abbiamo scritto a tutte le associazioni del territorio, ma, tranne due, non ci hanno nemmeno risposto», ha spiegato Stagno -, è avvenuta il 4 novembre e da allora si è iniziato a lavorare. Nei prossimi giorni il gazebo si trasferirà nelle frazioni di Paina e Robbiano e poi a Verano.

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