Rapina da dieci milioni
Chiusa la prima inchiesta

La Procura chiude le indagini sull’assalto in A9 Confermate tutte le accuse per gli arrestati

che devono rispondere anche di tentato omicidio

Indagini chiuse e, per la Procura di Como, non ci sono dubbi: sono loro due le menti dell’assalto ai due furgoni portavalori sull’autostrada dei Laghi, in quella mattinata da incubo dell’8 aprile 2013. E con lingotti d’oro per dieci milioni di euro spariti nel nulla.

Sono stati notificati ad Antonio Agresti, 44 anni di Andria, e a Giuseppe Dinardi, 51 anni di Pioltello, ma anch’egli originario della Puglia, gli avvisi di chiusura indagine da parte della Procura di Como. I due si trovano tuttora in carcere: le accuse alle quali, secondo gli inquirenti, devono rispondere, sono non solo di rapina aggravata, ma anche del tentato omicidio delle sei guardie giurate della Battistolli. Inoltre sono contestati i reati di detenzione di armi e munizioni da guerra, furto aggravato dei mezzi usati per la rapina e altre accuse minori, come il danneggiamento del guard rail tagliato per la fuga.

Ora la parola passa ai legali degli indagati, che hanno a disposizione di legge 20 giorni per fornire eventuali elementi a difesa. Per la Procura il quadro, comunque, non è chiuso: restano infatti sotto inchiesta le altre 16 persone che, secondo gli inquirenti, sarebbero coinvolte nell’assalto al portavalori.

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