Libera l’impiegata arrestata
«Sono precipitata in un incubo»

La verità di Paola Antognazza di Mozzate, finita agli arresti domicilari in un’inchiesta su presunte false revisioni

Un lavoro impiegatizio part-time vicino a casa, che le consentiva d’essere vicina alla figlia: tutto ciò si è trasformato in un incubo per Paola Antognazza, 47 anni, finita agli arresti domicilari in un’inchiesta della procura di Varese su presunte false revisioni dell’officina Formula 1 gomme.

La donna è stata posta in libertà dal gip di Como Francesco Angiolini su istanza del legale Stefano Banfi. Resta indagata per associazione per delinquere e falso ideologico in atti pubblici. «Sono stati per me momenti di profondo turbamento e sconcerto, amplificati da una costrizione imposta dagli inquirenti che certamente non mi aiutava - racconta Paola Antognazza - I giorni dell’arresto non passavamo mai, e continuavo a pensare alla situazione che mi circondava a cui ero e sono completamente estranea. Ho sempre cercato di svolgere il mio lavoro con diligenza, peraltro ottenuto in un posto vicino a casa, per cercare d’andare incontro alle esigenze di mia figlia, che per me hanno sempre prevalso su ogni cosa».

La tesi difensiva, che ha portato per il momento alla scarcerazione della donna, è che non avrebbe in realtà mai messo mano ai sistemi che gestiscono, elaborano e stampano le revisioni. «Ora non ci resta che attendere l’eventuale processo - fa sapere l’avvocato Banfi - nel quale non accetteremo soluzioni che possano lasciare spazio ad ammissione di responsabilità o colpevolezza alcuna».

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