Roberto, morto sul lavoro
Per legge "vale" 1700 euro

Perse la vita in motorino consegnando la posta: l'Inail riconosce solo l'assegno funerario. Il padre: "Posso solo piangere"

PARE' - Sono trascorsi poco più di sette mesi da quella piovosa e triste mattina del 10 marzo quando Roberto Scavo, 20 anni, postino a tempo determinato, è morto in un incidente stradale mentre in sella al motorino di Poste Italiane consegnava le raccomandate a Limido Comasco.
Una tragedia che aveva fatto piombare la famiglia Scavo di Parè, papà Filippo, mamma Maria Cristina e la sorella Sabrina nel dramma. Un dolore profondissimo, che per papà Filippo, finanziere in pensione, è stato ulteriormente acuito dal risarcimento ottenuto dall’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro): due assegni per una cifra complessiva di 1725 euro.
«Mio figlio lo posso solo piangere - ci racconta con lo sconforto dipinto in volto - Questa è la verità. Roberto non me lo riporterà in vita nessuno, lo so bene, ma non avrei mai immaginato che la vita di un ragazzo di 20 anni, che oltretutto lavorava con passione, valesse una miseria, poco più di 1700 euro».
«All’Inail - prosegue - mi hanno dato spiegazioni: mio figlio non aveva eredi, non manteneva la famiglia e, quindi, aveva diritto solo all’assegno funerario. Se voglio oppormi mi posso rivolgere a un avvocato ma, francamente, credo che non cambierebbe di una virgola la situazione. Da quella mattina del 10 marzo tante cose sono cambiate: mia moglie ha smesso di lavorare. Da allora il reddito della famiglia si basa solo sulla mia pensione».

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