Saronno, oggi l’interrogatorio
«Sono molto preoccupata per i figli»

L’infermiera Laura Taroni sarà sentita a Busto Arsizio

Saranno interrogati stamattina in carcere a Busto Arsizio Leonardo Cazzaniga e la compagna Laura Taroni, già ribattezzati dagli organi di informazione “Dottor Morte” e “infermiera killer”. Assistiti dai loro legali, Enza Mollica, avvocato d’ufficio di Cazzaniga del Foro di Busto Arsizio e la collega del Foro di Varese, Monica Alberti del Foro di Varese, avvocato di fiducia della Taroni. I due avvocati, contattati, almeno per il momento, hanno preferito evitare dichiarazioni pubbliche in attesa dell’interrogatorio che si terrà già nelle prossime ore. La legale si limita a riferire che Laura Taroni «è molto preoccupata per i suoi figli».

L’inchiesta resta molto articolata visto che a vario titolo, oltre alle due persone arrestate, ci sono una dozzina di indagati, in particolare medici, dirigenti e altro personale della struttura ospedaliera. In particolare nella lista degli indagati figurano, Nicola Scoppetta, primario del reparto operativo di Pronto Soccorso, che verrà ascoltato domani, Claudio Borgio, responsabile del servizio infermieristico aziendale, Roberto Cosentina direttore sanitario dell’azienda ospedaliera (ora ricopre lo stesso incarico all’ospedale di Seriate), Fabrizio Frattini capo dipartimento del reparto emergenza e accettazione, Maria Luisa Pennuto, medico legale aziendale e Paolo Valentini, direttore medico del presidio ospedaliero di Saronno.

Secondo la ricostruzione della Procura di Busto Arsizio, Nicola Scoppetta, in concorso con Borgio, Cosentina, Frattini, Pennuto e Valentini, avrebbe omesso di denunciare all’autorità giudiziaria i reati commessi da Leonardo Cazzaniga, di cui avrebbe avuto notizia già nel maggio del 2013. Le stesse persone, sempre secondo le risultanze della Procura di Busto Arsizio, avrebbero comunicato agli infermieri dai quali erano arrivate le segnalazioni, rispetto ai trattamenti terapeutici somministrati dal “Dottor Morte”, che il comportamento tenuto dal medico, finito in manette, doveva ritenersi corretto e che soprattutto non c’era alcun nesso causale tra i decessi delle vittime e il trattamento farmacologico ai quali erano state sottoposte.

Tra gli indagati a vario titolo figurano anche il medico Elena Soldavini, i medici Simona Sangion e Giancarlo Favia (avrebbero falsificato un referto medico), Filomena Pistidda e un carabiniere di Saronno (omessa denuncia).

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