Slavine, «Il rischio c’è sempre
Nel dubbio meglio rinunciare»

Dopo la valanga che ha travolto tre persone sul Palanzone, parola a una guida alpina

Difficile capire la montagna: in alcuni casi, nel dubbio, è meglio decidere di non affrontarla.

Perché sono troppe le insidie e gli imprevisti che le vette e i sentieri celano quando la neve è caduta abbondante.

Anche una guida alpina di lungo corso come l’erbese Ivo Mozzanica davanti a quanto accaduto ieri sul Monte Palanzone resta senza parole. In casi come questi, spiega, è impossibile dare consigli: se proprio si vuole o si deve affrontare i monti, è meglio non correre rischi e scegliere zone sicure con poca neve o senza.

«Non sapevo dell’accaduto - premette quando lo contattiamo e gli raccontiamo della tragedia - sono molto sorpreso, è difficile commentare un episodio simile».

Poi una considerazione. «Può sembrare ridicolo parlare di pericolosità per il Monte Palanzone - chiosa Mozzanica - però con le attuali condizioni di neve, anche a 1.600 – 1.700 metri ci sono dei rischi. Le montagne sono piene di neve, più volte è nevicato sopra un manto già formato, da questo accumulo è facile si stacchi una valanga».

Non ci sono consigli per affrontare una situazione simile, l’unico alternativa possibile è, semplicemente, non affrontarla. «C’è tanta neve anche a quote basse - prosegue la guida alpina - poi c’è il primo caldo che aumenta logicamente i rischi. Consigli? Di rinunciare alle zone fortemente innevate, anche se ritenute “facili”, ci si può dedicare ai sentieri dove c’è poca neve o addirittura non è presente. Abbiamo molte montagne in zona senza la presenza quasi totalmente di neve».

Meglio, insomma, evitare rischi. E ciò è vero soprattutto in questo periodo dell’anno: «Si riproducono a quote più basse dinamiche di alta montagna che dovrebbero essere affrontate da un’alpinista esperto - fa notare la guida - già in alcune occasioni è difficile definire un’alpinista esperto, figuriamoci se certe situazioni le affrontano dei normali escursionisti».

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