Spara per difendersi dai ladri
Loro scappano, lui denunciato

Per i carabinieri è “porto abusivo di arma comune da sparo”. Il sindaco “sceriffo” di Barni: «Tutta la mia solidarietà»

Dice il questore Michelangelo Barbato: «Le armi? Lasciatele dove sono. Piuttosto tenete un telefono a portata di mano, chiamate il 112. L’incremento dei furti in abitazione è un dato di fatto ma le forze di polizia stanno mettendo in campo tutto l’impegno e tutte le risorse disponibili, anche oltre le loro possibilità. Ci serve l’aiuto di tutti, e però le armi portano soltanto guai».

I fatti sembrano dargli ragione. L’altroieri, a Olgiate Comasco, al termine di una serataccia di paura e tensione di quelle che per fortuna capitano di rado nella vita, i carabinieri hanno denunciato per “porto abusivo di arma comune da sparo” il proprietario dell’abitazione di via delle Betulle che, ritrovandosi quasi a tu per tu con un paio di sconosciuti in fuga dalla casa della figlia, aveva esploso due colpi di fucile in aria.

Lo aveva fatto con un’arma da caccia regolarmente detenuta, peraltro ben guardandosi dal puntarla contro chicchessia, limitandosi a servirsene come deterrente, ma le cautele non sono valse a evitargli una denuncia.La sua licenza gli consente di custodire il fucile e di utilizzarlo per le quaglie, non per altri scopi, e meno che mai per spaventare un malintenzionato. Polizia e carabinieri, sul punto, si mostrano decisamente inflessibili, anche alla luce dei tanti precedenti finiti nel sangue, con conseguenze penali rilevanti.

La questione alimenta comunque un dibattito inevitabilmente feroce, sulla falsa riga di quello che divide i fautori delle cosiddette”ronde” e chi invece teme che delegare la tutela della sicurezza a privati cittadini possa condurre soltanto a conseguenze negative.

La storia di via delle Betulle è uguale a tante altre. Scatta un allarme in una casa vuota, il vicino - in questo caso il papà della padrona di casa - si attiva e, imbracciando la sua carabina, scende a controllare. Trova le luci accese, suona il campanello e un istante dopo le luci si spengono. Fa appena in tempo a indietreggiare di un paio di passi che, accanto a lui, le figure di tre persone sfilano via nel buio, scavalcando la recinzione e dandosela a gambe. I due colpi di fucile esplosi in rapida successione attirano l’attenzione di una pattuglia di carabinieri della stazione di Olgiate che incrocia non lontano. I militari si precipitano verso via delle Betulle, proprio mentre i ladri scappano. Se ne vanno a piedi inghiottiti nell’oscurità dei boschi e abbandonando l’auto in strada. È una Volkswagen Golf che risulterà poi rubata qualche giorno prima a Cesano Maderno, in provincia di Monza Brianza.

Per il momento, in attesa degli sviluppi di una indagine avviata per risalire all’identità del trio di fuggitivi, il solo provvedimento coincide paradossalmente con la denuncia del padrone di casa. Ancora il questore: «Occorre che la popolazione rinunci a questi strumenti. Ribadisco l’invito a prendere contatto, in caso di bisogno, con il 112». Ma il dibattito è scontato. Ecco, per esempio, cosa dice Mauro Caprani, il sindaco di Barni che un mese fa, dopo avere subito un ennesimo furto nella sua casa di Albavilla, aveva annunciato di volere sparare a chiunque osasse violare di nuovo il suo domicilio. E aveva affisso un cartello
sul cancello per avvisare: “Qui si spara”. «Voglio esprimere tutta la mia solidarietà al cacciatore di Olgiate. Come si può continuare in questo modo? Ci sono furti tutti i giorni ed è chiaro che le forze dell’ordine non sono in grado di vigilare su tutto il territorio. Il problema è nella nostra legislazione, che da un lato è troppo morbida nel punire questi reati, e dall’altro impedisce alle persone di difendersi dentro le mura domestiche.Mi chiedo che paese sia mai questo, se neanche a casa
propria ci si può più sentire al sicuro».

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