Suor Galli alle Primavere
«Non basta dire amore»

Teatro Sociale strapieno per la serate delle Primevere con suor Giuliana Galli, una vita di impegno al Cottolengo, da alcuni al vertice della Compagnia di San Paolo

Teatro Sociale strapieno per il terzo incontro della “Primavere di Como”, che ha visto sul palco suor Giuliana Galli, in una serata intitolata “L’undicesimo comandamento - Non nominare amore invano”.Sul palco con suor Giuliana il direttore de “La Provincia” Diego Minonzio.

Suor Giuliana Galli è nata a Meda nel 1935. Ha raccolto la vocazione in giovane età, quando aveva solo 23 anni, ma nella sua formazione spiccano anche la laurea e il master conseguiti negli Stati Uniti d’America. È stata per quasi 30 anni coordinatrice delle volontarie attive nella Piccola Casa della Divina Provvidenza: prima tappa della sua “carriera”, il Cottolengo. Per 27 anni è alla guida del corpo dei volontari.

Proprio in quegli anni, tra gli Ottanta e i Novanta del secolo scorso, ha conosciuto Cesare Romiti, amministratore delegato e poi presidente della Fiat, che va spesso a trovarla in quell’ ospedale. Suor Giuliana Galli il 21 giugno 2010 viene nominata ai vertici della Compagnia di San Paolo.

Secondo suor Giuliana «non basta dire amore, o pensare di risolvere tutto evocando questa parola quasi fosse una formula magica». Servono invece sei passi da percorrere con determinazione e concretezza: coltivare l’interiorità, onorare l’esistenza, tessere il quotidiano, abbracciare l’umano, sentire la res publica, vivere il Mistero. «Perché amare è un lavoro ’a giornata’ - dice suor Giuliana - e la disperazione non arriva quando c’è la sofferenza fisica o la povertà materiale, ma quando a queste privazioni si aggiunge la solitudine, la mancanza di legami affettivi forti, autentici, carnali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA