Svizzera, permessi falsi e tangenti
Un “corvo” lancia pesanti accuse

Una lettera agli organi di stampa denuncia una situazione di totale disorganizzazione, raccomandazioni e mancati controlli nell’ufficio migrazione di Bellinzona. Gobbi: gettano solo fango e si nascondono

Una lettera anonima consegnata ad alcuni organi di stampa svizzeri aggiunge nuove accuse alla gestione dei permessi di dimora, dopo l’inchiesta che negli ultimi giorni ha portato all’arresto di otto persone, tra corruttori, dipendenti ed ex dipendenti pubblici dell’ufficio migrazione di Bellinzona.

La lettera è firmata da “tre dipendenti dell’ufficio della Migrazione” e contiene una serie di accuse sul cattivo funzionamento dell’ufficio: si fa cenno a una sostanziale disorganizzazione totale, a nomine e assunzioni decise per conoscenza e amicizia, a mancati controlli delle procedure e del personale, sino alla possibilità per chiunque di accedere alla modulistica per stampare documenti falsi. I tre “dipendenti” sostengono di avere denunciato più volte la situazione ma che le segnalazioni sono rimaste lettera morta.

Insomma, una situazione grave e pesante al tempo stesso che, se fosse verificata, getterebbe più di un’ombra sull’efficienza della macchina pubblica ticinese. Le accuse sono ora al vaglio della polizia cantonale

Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, dalle colonne de La Regione e del CdT, ha replicato alle accuse: “Sono state fatte solo per gettare fango. Sono disposto a verificare ogni segnalazione a condizione che chi la inoltra lo faccia in modo trasparente”.

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