«Variante della Tremezzina,
quel progetto non va bene»

Intervista esclusiva a “La Provincia” del Soprintendente Luca Rinaldi. «Quel percorso alternativo alla Regina è una ferita al territorio»

Per la prima volta parla la Soprintendenza, l’ente che si oppone all’accordo di programma sottoscritto da Stato, Anas, Regione, Provincia e Comuni per la realizzazione della Variante della Tremezzina, la strada alternativa alla Regina che costerà 330 milioni di euro.

Un’intervista esclusiva rilasciata a “La Provincia” e nella quale Luca Rinaldi, varesino di 58 anni, responsabile per le Province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese spiega perché quel progetto non va bene. E neppure le modifiche che l’Amministrazione provinciale si è detta disponibile ad integrare, allungando ulteriormente le gallerie previste.

«Da utente abituale ritengo anch’io l’opera necessaria, ma ugualmente necessaria, anzi strategica per lo sviluppo turistico e dunque economico del medio lago - uno dei luoghi più belli della nostra regione - è la tutela del paesaggio. Questo l’hanno capito gli amministratori locali più avveduti» dice Rinaldi. E aggiunge: «Ministero dei Beni culturali e associazioni di tutela come Fai e Italia Nostra sono state coinvolge in un secondo tempo. Ne è uscito un progetto che è una ferita al territorio, che taglia gli uliveti e i tracciati antichi e che sfiora monumenti importanti».

Il responsabile della Soprintendenza spiega che «i passi avanti sono stati minimi e le gallerie artificiali sono state male inserite e sono comunque praticamente dei paramassi». Conclude anche che «le amministrazioni devono decidere quale modello di sviluppo vogliono, se quello perdente delle seconde case o quello della conservazione di un territorio unico, ma bello e fragile».

L’intervista completa di Marco Palumbo su La Provincia di sabato 3 dicembre

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