Veleni sotto il Sant’Anna
Richiesta danni al processo

Nuovo rinvio nell’udienza per il traffico illecito di rifiuti speciali. Caso Perego, gli ambientalisti ora vogliono costituirsi parte civile

Legambiente chiede i danni alla famiglia Perego per i veleni scaricati sotto l’ospedale Sant’Anna.

Nell’udienza che avrebbe dovuto aprirsi ieri, a Lecco, a carico di ventuno imputati accusati a vario titolo di concorso aggravato in attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti speciali, l’associazione ambientalista chiede di costituirsi parte civile.

Carico sospetto da Ponte Chiasso

Un processo, quello lecchese, nato da un banale controllo da parte della polizia stradale a carico di un camion della Perego Strade partito dal cantiere dell’ex Lechler di Ponte Chiasso e formalmente destinato a una discarica autorizzata allo smaltimento dell’amianto, ma in realtà - secondo l’accusa - diretto a Cassago, nella sede della Perego, dove i detriti dei fabbricati demoliti sarebbero stati triturati e poi riutilizzati senza rispettare le prescrizioni di legge.

Tra gli imputati Ivano Perego, 42 anni, attualmente detenuto nel carcere di Vigevano per via dell’accusa di associazione mafiosa rimediata nell’operazione Tenacia, e il suo braccio destro Andrea Pavone, 47 anni, pure lui in cella ma a Pavia. I due sono stati condannati, rispettivamente, a 12 e 15 anni nel dicembre dello scorso anno a Milano.

Gli imputati sono accusati di aver dato vita a un’illecita attività di smaltimento di rifiuti speciali da demolizioni provenienti da cantieri un po’ in tutta la Lombardia, rifiuti che sarebbero poi stati utilizzati come materiale di riempimento in altri cantieri. Come quello per la costruzione del nuovo ospedale Sant’Anna di Como, il cantiere Icam di Orsenigo, a Nibionno presso l’officina Tentori, a Lurago d’Erba per il sottopasso della Como-Bergamo. Fatti avvenuti tra il 2008 e il 2009.

Nell’udienza di ieri, presenti tutti gli imputati, anche quelli detenuti come Perego e Pavone, si sarebbe dovuti entrare nel merito della vicenda. Uno degli imputati, però, quel Giovanni Barone, 44 anni, liquidatore della Perego Strade già sotto processo per il crac del gruppo di Cassago, ha ricusato il suo difensore (è la seconda volta che accade): il giudice Salvatore Catalano gliene ha assegnato uno d’ufficio, l’avvocato Giovanni Priore, il quale ha chiesto i termini a difesa per studiare le carte.

Nel frattempo, tramite l’avvocato Maria Grazia Corti, il presidente del circolo “Ilaria Alpi” di Legambiente di Meroni, Roberto Fumagalli, ha presentato la richiesta di costituzione a parte civile con relativo risarcimento danni di 50 mila euro. Richiesta alla quale gli avvocati di Perego e Barone si sono opposti. Il giudice si è riservato di decidere.

In aula il 10 dicembre

Si torna in aula il 10 dicembre con i primi testimoni. In quella data si dovrebbe entrare nel vivo dei fatti contestati agli imputati, tra i quali dipendenti e autisti della Perego.

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