Vercana, tradito dal terreno
I volontari: «Angelo, uno di noi»

Sabato i funerali dell’imprenditore schiacciato dall’escavatore - I colleghi del Lariosoccorso: «Un esempio per chi verrà dopo di lui»

È stata una tragica fatalità, non imputabile a imprudenza, sviste o altri errori umani.

La scomparsa di Angelo Albini, l’impresario edile di 45 anni finito in una scarpata a bordo di un escavatore nella mattinata di mercoledì, è originata da un inatteso cedimento del fondo della pista che conduce a Brenzeglio. Una fatalità che lasciato tutti sbalorditi. I primi ad avvertire un groppo alla gola sono stati i vigili del fuoco di Dongo, chiamati al non facile recupero della salma: coadiuvati da una squadra del Soccorso alpino, hanno dovuto lavorare non poco per creare le necessarie misure di sicurezza e raggiungere il grosso mezzo di cantiere accartocciato sul fondo del dirupo.

Un gelo improvviso è quindi calato sui volontari del Lariosoccorso di Dongo, dei quali Albini era amico e collega da ben 24 anni.

Alex Riva, a nome degli altri responsabili e dell’intero presidio, ricorda così la vittima: «Viene più istintivo ricordare l’amico, piuttosto che il volontario. Angelo era con noi da una vita e rimarrà impresso per la bontà e la disponibilità. Mai una polemica, mai una reazione fuori luogo: con lui era fin troppo facile, insomma, andare d’accordo. Credeva in questo servizio e dava l’anima, mettendoci anche i mezzi e le attrezzature della sua impresa quand’era necessario e coinvolgendo l’intera sua famiglia nelle manifestazioni. Inutile dire che era impeccabile anche dal punto di vista professionale: puntuale nel seguire i corsi e capace negli interventi. Ci auguriamo - aggiunge Alex - che i giovani che si affacciano al Lariosoccorso possano prendere esempio da lui». Parole di riconoscenza e affetto che non sono affatto di circostanza. Le stesse che vengono espresse anche dai volontari della squadra di protezione civile della Comunità montana, altro servizio in cui era coinvolta la vittima, e dal sindaco del paese natio, Garzeno: «Era in prima fila quando si trattava di organizzare iniziative comunitarie, in ambito parrocchiale o all’interno dell’associazione fanti, di cui faceva parte - dice il primo cittadino Marco Braga -. Ci mancherà molto, ma in questo momento è soprattutto doveroso che la comunità si stringa ai suoi famigliari».

Identici commenti e sentimenti caratterizzano la triste atmosfera che si vive a Vercana, il Comune della moglie, dove Albini si era trasferito dopo il matrimonio e aveva costruito anche la casa. Anche lì era apprezzato per la disponibilità e l’innato senso della comunità e tutti lo ricordano, in particolare, alla rinomata Sagra delle cantine: infaticabile dall’inizio alla fine, sempre col suo proverbiale sorriso dipinto in volto. Per volontà della famiglia non stati affissi annunci funebri il funerale sabato pomeriggio nella parrocchiale di Vercana.

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