Via Milano multietnica
«Ci servono posteggi»

Parlano i negozianti della strada con più stranieri. «Non è un ghetto, si vive e si lavora con serenità - Tanti esercizi storici, ma il Comune non ci aiuta»

In via Milano alta un negozio su tre è di proprietà di imprenditori extracomunitari. Dall’incrocio con viale Roosevelt fino al confine con piazza San Rocco si contano 36 negozi di italiani e 20 di esercenti provenienti da tutto il mondo. Guai a definirlo un ghetto: per molti comaschi la convivenza tra etnie diverse è auspicabile. C’è persino chi non vedrebbe il proprio negozio altrove.

Il problema è piuttosto la mancanza di parcheggi che impedisce di rilanciare la via ed attirare nuovi commercianti per i circa venti negozi sfitti. Negli ultimi anni la maggior parte delle nuove attività sono aperte da extracomunitari e tra gli italiani c’è chi ha chiuso, per la crisi spesso acuita dalla carenza di posteggi o dalla mancanza di eredi.

«C’è un’etichetta da sfatare: non è un ghetto e c’è una buona convivenza tra persone di etnie diverse - sottolinea Amerigo Delli Fiori del negozio di macchine da cucire “Necchi” - da quando hanno iniziato ad arrivare siamo passati dalla curiosità iniziale al sorriso e poi alla stretta di mano». Classe 1936, Delli Fiori è da ben 53 anni nel settore, prima a Erba e poi in città. «Amo via Milano, vivo anche qui - aggiunge - per nove anni ho organizzato la festa della via». Segreti per andare avanti? «Buona salute, passione e nostro figlio che segue il settore delle industrie - spiega - grazie alla clientela affezionata ci difendiamo sia dalla crisi che dalla svalutazione fatta della via etichettata come ghetto». In negozio si insegna. «Non c’è più il corso ma continuiamo ad insegnare a chi acquista - dice - tra i clienti anche sudamericani e persone dai paesi arabi».

Scommette sulla via anche Luciana Mercuri, 49 anni, che da 35 lavora ad “Acconciature Luciana” al civico 203. Aperto dai suoi nonni nel 1929, Luciana ne è la titolare da marzo dopo la madre Silvana Porta, 70 anni.

«Questa è una via multietnica e qui ci sono anche molti negozi storici comaschi». Clienti affezionate da più di quarant’anni. «Ora arrivano anche clienti russe e rumene - afferma Mercuri - come con tutte le altre si crea un rapporto di confidenza». E aggiunge: «Alla via mancano posteggi e anche la chiusura della via alle auto dalle 7 alle 9 un po’ ci penalizza. Per i negozi ci vorrebbero più controlli sugli orari, molti restano aperti fino a tardi ma sarebbe meglio avere orari uguali». Delli Fiori rimarca: «Servono strisce pedonali in via Grandi davanti alla galleria Rosean, il passaggio farebbe da deterrente anche per eventuali malintenzionati». Due anni fa in galleria episodi di spaccio e vandalismi ma la situazione sembra migliorata.

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