Villa Geno all’asta. Il Comune ritenta ma non basta

Pubblicato il nuovo bando che scade il 3 aprile. Cassani: «Così non ci sono le condizioni»

Villa Geno è ancora vuota e il Comune dopo il flop del primo bando, adesso ci riprova. È stato infatti pubblicato ieri il nuovo bando che consentirà di presentare offerte fino al prossimo 3 aprile. Palazzo Cernezzi ha ridotto il canone del 10% (scende così 1 24mila euro l’anno) e la durata del contratto è stata portata a nove anni più sei per un totale di 15 anni.

«Villa Geno - commenta l’assessore al Patrimonio Marcello Iantorno - si trova in una delle zone più belle e l’amministrazione, allo scopo di favorirne la riapertura e il rilancio, ha stabilito le migliori condizioni con un prezzo ribassato e una durata più lunga, in modo da dare la possibilità all’operatore anche di rientrare dalle spese delle attrezzature necessarie».

Ma il gruppo di imprenditori alberghieri comaschi, già storce il naso e si dice non interessato. Già alcuni mesi fa nei mesi scorsi una cordata di albergatori (il gruppo Como imprenditori alberghieri che conta 16 strutture) capitanata da Roberto Cassani, si era detta interessata all’operazione e si era anche spinta più in là ipotizzando la realizzazione di una spa nell’area attigua al ristorante includendo anche la zona del lido, ma poi non aveva presentato ufficialmente alcuna proposta il 31 gennaio, data di scadenza del primo bando. Ed è molto probabile che, entro il 3 aprile, non arrivi in Comune alcuna busta inviata da loro. Lo spiega lo stesso Cassani, che dice: «Ne discuterò con gli altri, ma non penso proprio che presenteremo un’offerta anche perché un canone di 124mila euro con un’ attività da avviare non mi sembra una cifra sostenibile. Chi è del mestiere sa cosa vuol dire».

Poi aggiunge: «Lì è necessario un investimento iniziale compreso tra mezzo milione e 600 mila euro . Se l’investimento iniziale di questa portata non viene scontato dall’affitto, non credo che sarà così facile per il Comune trovare un gestore».

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