Olbrist, star della critica
"Europa, punta all'arte"

Intervista esclusiva con il più influente dei curatori e specialisti dell'arte contemporanea, ospite della Fondazione Ratti. Ha 42 anni, di origine zurighese, parla 8 lingue.

di Stefania Briccola

Zurighese e cittadino del mondo, Hans Ulrich Obrist già da bambino in Svizzera soffriva di claustrofobia per via delle montagne così si è preparato alla fuga imparando ben otto lingue. Il quarantaduenne critico d'arte e condirettore della Serpentine Gallery di Londra è un influente curatore. Di recente il suo progetto "Now interviews" esposto alle Corderie dell'Arsenale ha coinvolto i protagonisti della Biennale di Architettura di Venezia. Il vulcanico critico svizzero è stato ospite sabato a Como dell'incontro con il direttore Marco De Michelis nel ciclo di conferenze intitolato "La Kunsthalle più bella del mondo".

Obrist, la mostra di Damien Hirst a Palazzo Vecchio a Firenze con al centro il teschio tempestato di diamanti non ha mancato di suscitare polemiche. L'artista inglese capofila degli Young British Artists è un genio o un bluff?

Damien Hirst è un artista molto importante che con la mostra "Freeze", autogestita a Londra nel 1988, ha iniziato un progetto. All'epoca era ancora uno studente che esponeva anche le opere dei suoi compagni di studi con successo inaspettato. Damien Hirst è un catalizzatore della scena artistica contemporanea che rivela una forza straordinaria.  Il tema principe della sua indagine è la morte, che rimane un fatto oscuro. L'opera "A thousand years" (1990) fu molto apprezzata da Francis Bacon, uno dei suoi punti di riferimento, che in una lettera ad un amico scrisse della sorpresa nel vedere questa testa di mucca mozzata circondata da mosche che si nutrivano, prima di volare nell'altra metà dell'installazione, dove morivano. Damien Hirst è un artista complesso, tra l'altro è editore e collezionista e presto aprirà un museo. È stato l'artefice delle opere con gli animali in formaldeide e ha realizzato diverse serie pittoriche molto originali. "For the love of God", il teschio in platino tempestato di 8601 diamanti, in mostra a Palazzo Vecchio, dimostra la sua vivacità di inventore di situazioni che presentano una nuova concezione dello spazio espositivo in relazione all'opera. Ci si ricorda solo delle mostre che cambiano le regole del gioco.

Che cosa pensa di Maurizio Cattelan e della scultura «Dito» in Piazza Affari a Milano?

Ho visto a Milano l'opera citata che ho trovato molto interessante. Cattelan fa sì che l'arte ci sorprenda e riprende l' "Etonne- moi!" caro a Jean Cocteau. Il suo lavoro catalizza grandi discussioni pubbliche come a suo tempo è successo per l'installazione con i fantocci impiccati a un albero. Questo aspetto è importante perché l'arte non può essere solo nei musei, ma deve andare oltre essendo la cartina di tornasole della società.  

Dopo il crollo della Domus dei gladiatori a Pompei ci si interroga sulla gestione del patrimonio archeologico e artistico italiano e sui tagli alla cultura. Quale è la sua opinione?   

Tutelare l'arte di ogni epoca è una priorità della società. Stando a Erwin Panofsky, se costruiamo il futuro lo facciamo sui frammenti del passato. La memoria non è nostalgia, ma va declinata in modo dinamico. In tal senso l'arte contemporanea può trovare collocazione in determinati contesti storici. A proposito dei tagli alla cultura è un trend europeo diffuso in questo momento di crisi. L'Europa ha fatto il grande errore di togliere risorse all'istruzione e di non investire abbastanza nel futuro. Se poi si tagliano i fondi ai musei si perde ogni speranza. Non possiamo competere in tal senso con il dinamismo della Cina e del Medio Oriente. L'America e l'Europa non saranno più il centro del mondo. Questo si deve alla mancanza di lungimiranza che avrà effetti devastanti anche economici. Le conseguenze negative non mancheranno nel settore del turismo. Ci sono persone che vengono da tutto il mondo per visitare le città d'Europa, ma anche per viverle nella loro ricchezza di opportunità sociali e culturali.

Quali aspettative ha per la prossima Biennale d'Arte di Venezia?

La nomina di Bice Curiger alla direzione è un'ottima decisione.

Quali nuovi progetti attendono la Serpentine Gallery di Londra?

Nei prossimi anni avremo nei giardini di Kensington la Sackler Gallery firmata da Zaha Hadid che ospiterà un laboratorio del futuro. Una galleria d'arte, anche la più bella del mondo, deve essere attiva.

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