«Cantar di Pietre», in Ticino
Medioevo e musica ebraica

Dal 30 agosto nelle chiese i migliori ensemble europei

Sta per prendere il via la ventunesima edizione del ciclo Cantar di Pietre 2008, che si terrà in Canton Ticino da sabato all’11 ottobre per un totale di sette concerti. L’inaugurazione sabato prossimo nella Chiesa Rossa a Castel San Pietro con il Coro Abbazia della Novalesa (nella foto ndr) diretto da Enrico Demaria, che proporrà l’originale progetto Sanctissimae Syndonis, sudarium Christi.
È curioso constatare come la sacra Sindone sia una delle poche reliquie affidate a un’istituzione musicale: dal XV sino alla fine del XVI secolo alla Cappella musicale savoiarda è infatti attribuita la responsabilità della sua custodia. Per l’occasione Giovanni Conti, direttore artistico di Cantar di Pietre, spiega a La Provincia gli obiettivi della rassegna e gli eventi che la caratterizzano.
Maestro Conti, dopo vent’anni dalla prima edizione vorrebbe tracciare un sintetico bilancio di questa brillante iniziativa culturale?
Quest’anno entriamo nel ventunesimo anno in cui siamo al servizio della cultura musicale e non solo, apprezzati da un pubblico che oggi ci chiama a mettere la nostra esperienza al servizio di altri e, nello stesso tempo, imparare dai più grandi. 
Qual è la tematica principale dell’edizione 2008?
La Lauda medioevale, ossia musica derivata da un’esperienza religiosa tipicamente italiana, legata in parte a una pietà popolare sviluppata nelle confraternite. Parlare di lauda significa anche affrontare uno dei momenti fondamentali del rinnovamento spirituale e della creazione di un repertorio musicale parallelo all’ufficialità della tradizione liturgica. I concerti dedicati a questa tematica affronteranno il mondo della Lauda direttamente e cogliendone il contesto esterno. Non mancherà neppure un punto d’incontro culturale fra ebraismo e cristianesimo. Sabato 27 settembre, nella Chiesa di S. Ambrogio a Cademario, verrà proposta la musica degli ebrei tedeschi prima della diaspora askenazita.
In questa edizione c’è qualche importante novità?
Sì. È la recentissima entrata nel Réseau européen de musique ancienne, un network, una rete unica nel suo genere, dedita esclusivamente alla promozione della musica antica e moralmente sostenuta dal Dipartimento affari internazionali del Ministero francese della cultura. Per una rassegna delle nostre dimensioni, sempre in bilico sul baratro dei finanziamenti, si tratta di un fatto importante che deve fare riflettere il nostro pubblico affezionato, gli amministratori degli enti pubblici che ci sostengono, i piccoli sponsor e tutti quelli che credono nella qualità del nostro lavoro e apprezzano le nostre proposte.
Essere diventati membri  del «Réseau européen de musique ancienne» è dunque un premio?
Certamente, per programmi sempre diversi, spesso innovativi, con tematiche accattivanti e progetti internazionali con artisti di chiara fama. Eventi che sovente testimoniano il forte e irrinunciabile legame con il territorio.
È mutata la formula di questa ventunesima edizione?
Sostanzialmente no, anche se si rafforza l’accostamento della musica a diversi fattori determinanti quali la conoscenza profonda dei contesti sociali e culturali dell’epoca, le tecniche e le prassi esecutive, solo per citarne alcuni. Dal 30 agosto all’11 ottobre, ore 20.30, ingresso libero.
Alberto Cima

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