Il miracolo della Mectex
Al lavoro sette giorni su sette
Il prossimo mese l'azienda erbese festeggia i cinquant'anni. Il suo marchio sulle tute di Alonso e Valentino Rossi e sulle divise dei soldati italiani in Afghanistan
«L'azienda va bene, il lavoro non manca, siamo aperti 24 ore su 24 tutta settimana, e anche il sabato e la domenica - spiega l'amministratore delegato Aurelio Fassi -. Balliamo quando c'è la musica. Potremmo anche lavorare di più, ma ad alcune commesse abbiamo dovuto rinunciare causa la stretta creditizia delle banche. Se si vuole crescere costantemente nel fatturato serve il credito, nonostante la nostra solidità, permangono i problemi».
Un'azienda che vuole conquistare lo spazio, il prossimo passo sarà questo anche se Aurelio Fassi non spiega come, che si trova a non poter uscire dalle banche con un sorriso. Pensare che il credito la Mectex lo fa, e allo Stato, due milioni e mezzo sono i soldi che attende per una commessa dell'esercito, della marina e della guardia di finanza. Tra gli abiti anche quelli usati in Afghanistan dai nostri soldati.
«Non ci lamentiamo, è abbastanza normale - spiega Aurelio Fassi -, siamo ad un anno e un po', questi soldi potevano servire per i fornitori».
Sono dell'amministratore delegato le frasi sui muri della Mectex, compendi d'incitamento di grandi personaggi della storia. Il quadro all'ingresso è del fondatore, e nel dipinto naturalmente un telaio. La ricerca su un nuovo tessuto idrofilo la fa Fabio Fassi classe 1985, figlio di Aurelio, ma nell'azienda lavora tutta la famiglia.
«Io ho fondato la Mectex nel 1960, il primo macchinario comprato? Per il controllo della qualità - spiega Carlo Fassi - Nel 1955 ho inventato il tessuto elastico e mi chiedevano "Te se matt?". Per loro non aveva applicazioni».
Giovanni Cristiani
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