Cna: made in Italy
missione partita da Como

Il presidente di Cna Produzione Umberto Brusadelli: «In sostanza è quanto già anni fa avevamo chiesto e sostenuto per tutelare le nostre merci di qualità»

COMO Una missione partita e voluta da Como, parola di Cna sul made in.
La Commissione europea - ricorda - ha varato il 13 Febbraio scorso, una nuova Proposta di regolamento che rilancia il tema dell'indicazione d'origine obbligatoria sui prodotti di consumo non alimentari. In questo modo ritroverebbe spazio l'attualità del "Made in", questione che, come noto, nonostante una larga maggioranza di consensi nel Parlamento Europeo, aveva poi trovato le resistenze in Consiglio da parte dei Paesi del Nord Europa e dubbi di incompatibilità con le regole del WTO, tanto da essere accantonata.

«Ora - precisa Umberto Brusadelli, presidente Cna Produzione Como e strenuo assertore del marchio d'origine - in base alla nuova proposta, l'obbligo di indicazione d'origine verrebbe imposto non solo ai prodotti extracomunitari, ma anche a quelli prodotti in ambito europeo. In sostanza è quanto già anni fa avevamo chiesto e sostenuto per tutelare le nostre merci di qualità da quelle soltanto commercializzate in Italia o in Europa ma realizzate altrove».

La norma, infatti, prevede che i produttori possono optare per l'apposizione dell'etichetta nazionale(nel nostro caso "Made in Italy") o di quella europea ("Made in Europe") quando il prodotto è fabbricato prevalentemente in Europa, mentre se esso viene realizzato in diversi Paesi l'origine è identificata con il luogo in cui avviene il "principale processo di fabbricazione" e la sua "sostanziale trasformazione.

Si tratta naturalmente ancora di una proposta, che comunque potrebbe superare quei dubbi di incompatibilità che frenarono il precedente dispositivo.

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