Como, per le piccole imprese
il fisco si paga anche a rate

Ammonta a 256 milioni il carico di tasse e imposte che a Como le aziende hanno chiesto di rateizzare

Chirico (Confartigianato): «Uno strumento in più a disposizione, meno pesi sulla gestione»

Poco meno di 256milioni di euro. A tanto ammonta il carico di tasse e imposte non versate per il quale, in provincia di Como, è stata richiesta la rateizzazione. Una marea di denaro, dunque, quella certificata dal ramo comasco del Lario, che in Lombardia arriva alle spalle di Milano (2,975miliardi di euro), Brescia (quasi 584milioni di euro), Bergamo (493), Varese (391) e Pavia (273). Il totale regionale, peraltro, ammonta a 5,5miliardi di euro, sull’importo complessivo nazionale di 26,6miliardi.

A ufficializzarlo è stata la stessa Equitalia che, dopo la riapertura a luglio della finestra per presentare nuove richieste di frazionamento dei debiti contratti da aziende e persone fisiche nei confronti del Fisco (più che raddoppiate nel corso del primo mese estivo), ha presentato nei giorni scorsi il resoconto dell’ammontare delle rateizzazioni in corso nel Bel Paese.

Detto che delle 2,4milioni di operazioni di rientro a rate censite in Italia il 76,9% riguarda persone fisiche, per quanto riguarda gli importi delle stesse la percentuale è quasi ribaltata, con il 65,9% del monte debiti oggetto di rateizzazione che guarda invece alle imprese e alle persone fisiche. Questa, almeno, è la media nazionale, che poco dovrebbe discostarsi rispetto al dato di 21.079 rateizzazioni in corso a Como e nella sua provincia.

«In questo momento di difficoltà economica – afferma il direttore di Confartigianato Como, Francesco Chirico – è evidente che l’opportunità di rateizzare il pagamento di tasse e imposte arretrate è uno strumento in più per le aziende. I problemi in termini di liquidità sono noti a tutti. Utilizzare la rateizzazione, dunque, consente a molti di pianificare nel tempo il pagamento del dovuto al Fisco, concentrando invece gli sforzi aziendali sulla gestione ordinaria dell’attività, a vantaggio della produzione».

A livello statistico, il grosso delle rateizzazioni in corso, pari al 70,8% del totale, riguarda debiti con l’Erario inferiori a 5mila euro; il 26,2% del complesso si posiziona tra 5 e 50mila euro, mentre soltanto il 2,9% sfora il tetto dei 50mila euro. I piani di rateizzazione ammessi sono di due tipi, con rate mensili pianificate rispettivamente su 5 e 10 anni per il rientro.

«Inutile dire – afferma Alberto Bergna, direttore di Cna Como – che il problema esiste e che, dunque, la possibilità di rateizzare consente alle imprese in difficoltà di respirare un po’ di più. Non c’è a meravigliarsi, per esempio, se il 20% degli artigiani fatichi a sostenere il peso delle contribuzioni Inps, un chiaro indicatore del fatto che la pressione fiscale e il relativo carico di adempimenti in carico ad attività e famiglie è diventato tale da essere quasi insostenibile in assenza di una ripresa del mercato interno. Non resta, dunque, che sperare in provvedimenti che facciano ripartire i consumi, generando un volano in grado di muovere l’economia e, in questo modo, di ridurre in futuro la pressione fiscale».

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