«Frontalieri, anno di svolta
E rivediamo l’accordo»

Alessandro Tarpini, referente nazionale della Cgil per i lavoratori che attraversano il confine, guarda alle sfide del 2017

Un anno di sfide con un Ticino sempre più ostile - o almeno una parte della sua politica - verso i frontalieri. Ma Alessandro Tarpini, referente nazionale dei frontalieri per la Cgil, è preoccupato anche per il nuovo accordo fiscale, ancora in attesa dell’ok politico.

«Il rischio - spiega - è che coloro che hanno redditi medio-alti vedendo l’aumento della tassazione, pensino a trasferirsi in Ticino. Sarebbe pesante per lo Stato italiano e i nostri territori. Per le nostre economie».

Peraltro, c’è una fuga nel cantone già in corso: è quella dei frontalieri ai quali le stesse aziende chiedono di compiere questa mossa, in modo da evitare poi problemi. E il 2017 sarà ancora un anno di referendum per la Svizzera e il Ticino.

«Ma la politica - dice Tarpini - deve governare questi flussi e rendersi conto che Como, Varese, lo stesso Ticino ormai fanno parte dell’area vasta della metropolitana milanese».

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