Il cioccolato di qualità fa bene al bilancio Icam, cresce il fatturato

Il brand premium Vanini e il cacao bio trascinano le esportazioni della storica marca lariana. Agostoni: «Capaci di allargarci anche grazie all’export»

I risultati di bilancio 2016 premiano quella che per Icam, storico marchio lariano di cioccolato di qualità, è una politica aziendale di continui investimenti in tecnologie, prodotti, formazione, marketing e attenzione all’ambiente, praticata da sempre e sviluppata nella nuova sede di Orsenigo, fabbrica di cioccolato dotata dei più avanzati standard di industria 4.0.

Anche il bilancio 2016 è stato in crescita (+8,5%), con dati in aumento anche su esportazioni (+11%) e vendita di cioccolato biologico (+28%) e ciò «tenendo conto di un anno - commenta il presidente Angelo Agostoni - che ha registrato forti speculazioni sul prezzo del cacao i cui prezzi più alti si sono registrati fra il 2015 e il 2016, in un periodo che comunque dal 2013 al 2016 è stato in continuo rialzo. Noi siamo in grado di acquistare meglio della media, ma gli aumenti si sono sentiti». Per l’impresa lariana l’anno scorso si è chiuso con un fatturato di 146,5 milioni di euro, un risultato trainato soprattutto dall’area private label (prodotti venduti col marchio di grandi catene distributive italiane ed estere). Sul totale il private label ha infatti una quota di 52 milioni di euro (+23,8% sul 2015).

In linea coi risultati dell’anno precedente sono invece le aree di produzione destinate all’industria alimentare e al “retail&professional”, che comprende un vasto assortimento di prodotti a marchio Icam per una fascia di clientela esigente.

È questo il comparto del brand premium Vanini, a cui l’azienda ha dedicato investimenti importanti e che chiude il 2016 con una crescita del 15% grazie all’incremento di distribuzione nel mercato domestico e di un nuovo progetto sul mercato russo. Continua a crescere anche l’export con una quota pari al 54% del bilancio aziendale per un totale di 79,4 milioni di euro (+11% sul 2015). Bene anche per i prodotti biologici, in cui l’azienda è ai primi posti nel mondo, cresciuto dai 59 milioni di euro del 2015 ai 75,8 milioni del 2016, un incremento: «Gli aspetti salutistici sono probabilmente quelli che stanno trainando il biologico - afferma Agostoni -, tuttavia le coltivazioni biologiche in cui siamo impegnati sono importanti perché in certi Paesi significano salvaguardia della biodiversità. L’utilizzo non intelligente di prodotti chimici è stato davvero catastrofico nei Paesi tropicali, dove ha fatto danni superiori a quelli registrati nelle nostre zone».

Per Icam dunque il biologico «sta registrando un incremento sorprendente - aggiunge l’imprenditore - che sta esplodendo in questi primi mesi del 2017». Nel 2016 poi «la società è anche riuscita a conseguire il consolidamento economico attraverso il miglioramento degli utili e ha inoltre visto un rafforzamento patrimoniale in termini di minor ricorso a mezzi di terzi».

Intanto l’azienda pensa a nuovi investimenti: è già stato installato a inizio 2017 un nuovo “modellatore”, che permetterà di aumentare fra il 20 e il 25% la capacità produttiva e di fare nuovi prodotti.

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