La Lega dei Ticinesi
scivola con “Le Iene”

È toccato proprio a lui, Attilio Bignasca, fratello di Giuliano (fondatore della Lega dei Ticinesi, scomparso nel 2013), “scivolare” sull’argomento che dalla nascita ad oggi ha qualificato e fatto incrementare consensi alla Lega dei Ticinesi, il partito “di famiglia”.

L’argomento? I frontalieri. Uno scivolone clamoroso immortalato dalle telecamere della trasmissione cult di Italia 1 “Le Iene”, che ha mandato l’inviato Gaetano Pecoraro sulle rotte percorso ogni giorno da molti dei 62 mila lavoratori italiani che si recano in Ticino. Già a “La Provincia”, subito dopo l’esito del tanto chiacchierato referendum “Prima i nostri!” (che ha visto trionfare il fronte anti-frontalieri), Attilio Bignasca aveva confidato che «la nostra azienda lavora da 55 anni coi frontalieri». A “Le Iene”, nel servizio andato in onda martedì sera, l’istrionico coordinatore della Lega dei Ticinesi ha però aggiunto: «Sono quattro anni che non ne assumiamo più».

Breve pausa e sulla scena compare un giovane lavoratore. «Sei un frontaliere?», chiede l’inviato de “Le Iene”. «Sì - risponde il giovane -. Lavoro qui da quattro mesi». Gaffe servita su un piatto d’argento, con l’evidente imbarazzo di Attilio Bignasca, il cui partito - oltre che nel recente referendum - ha ottenuto importanti consensi anche nell’ultima tornata amministrativa, quella in cui sono stati rinnovati molti consigli comunali del Cantone, proprio per le posizioni radicali a favore dei lavoratori residenti.

Sempre a “Le Iene”, un altro esponente di spicco della Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri, ha chiarito che il problema centrale - per parte ticinese - è il “nuovo frontalierato” e cioè quello che occupa posti - di rilievo e non - nel cosiddetto terziario, in primis nelle banche. Tanti i commenti sui siti ticinesi e sui social network.

Roberto Maroni: «Nessun commento. Le Iene sono...le Iene». Indignato il presidente dell’Udc Ticino Piero Marchesi, che ha scritto alla trasmissione: «Non siamo razzisti» .n 
M. Pal.

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