L’ultima provocazione
«Cari frontalieri,
ci costate 5 milioni»

Bellinzona presenta il conto a Berna: «I lavoratori italiani provocano disagi ed esborsi». Scontro in vista della trattativa sui bilaterali

Mentre Italia e Svizzera rimescolano le carte sui tanto attesi accordi fiscali (firma tecnica tra i ministri dei due Paesi posticipata a data da destinarsi), rimettendo in campo le diplomazie, il sempre solerte Canton Ticino si porta avanti e presenta il conto a Berna.

Nel mirino - manco a dirlo - i lavoratori frontalieri. Già perché in vista della cancellazione dei ristorni (da inizio 2019), Bellinzona ha fatto pervenire al Governo federale una lista “della spesa” relativa ai costi generali dai nostri lavoratori sul suolo ticinese. I conti sono subito fatti: Berna dovrebbe staccare ogni anno un assegno al Ticino da 5 milioni di franchi (4,5 milioni di euro) per gli «effetti negativi» - citazione testuale - generati dai lavoratori frontalieri oltreconfine. Cifra che lievita esponenzialmente sino a raggiungere quasi quota 28 milioni di franchi se ai 5 milioni di franchi iniziali si aggiungono i 22,5 milioni dovuti al «consumo delle strade cantonali» da parte dei nostri lavoratori. Quotazione questa stimata dal Dipartimento del Territorio (che fa sempre capo al Governo di Bellinzona) e subito cavalcata da alcune forze politiche come la Lega dei Ticinesi.

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