Salario minimo in Ticino
I sindacati in piazza
anche per i frontalieri

Sabato a Mendrisio la manifestazione di Ocst e Unia dopo i primi accordi per andare in deroga alla legge. «Una norma andrebbe rispettata, non si può aggirare»

Riguarda anche - o forse soprattutto - tanti lavoratori frontalieri la manifestazione annunciata da Ocst e Unia per sabato mattina - tra le 10 e le 12 - sul piazzale esterno del Mercato coperto di Mendrisio dal titolo, dal chiaro sapore ironico, “Poro Tisin”. Titolo che prende le mosse dall’organizzazione - denominata “TiSin” - che sin qui ha avallato un contratto collettivo di lavoro (proposto da Ticino Manufacturing) che cristallizza lo stipendio al di sotto dei 19 franchi orari fissati dalla nuova normativa riguardante il salario minimo, che comincerà ad essere applicata in Ticino a partire dal 1° dicembre.

Le aziende coinvolte

Le tre aziende (il primo volantinaggio dei sindacati è avvenuto all’esterno della “Cebi” di Stabio) che si sono rapportate con “Tisin” avrebbero fatto scuola, considerato che ve ne sarebbero altre - almeno una decina - pronte a compiere il medesimo passo. Una circostanza questa, confermata a “La Provincia” da Nenad Jovanovic, vicesegretario regionale Ocst del Mendrisiotto, il quale conferma che «il tema tocca tantissimi frontalieri. Sotto la soglia dei 19 franchi orari, in Ticino non si potrebbe vivere senza l’aiuto dello Stato».

Nenad Jovanovic conferma che «la manifestazione di sabato riguarda le aziende del Mendrisiotto, tutti con una forte presenza di lavoratori provenienti da oltreconfine, ma anche la popolazione. Perché il messaggio che deve passare è che con questa mobilitazione vogliamo difendere l’intero territorio. Tre ditte hanno già sottoscritto il contratto collettivo di lavoro, almeno una decina hanno preso contatti con questo fantomatico sindacato. È un problema serio perché di mezzo c’è una legge che andrebbe rispettata e che invece viene aggirata. È un passaggio molto pericoloso quello compiuto sinora dalle tre aziende più volte citate in queste settimane. I controlli annunciati dal Cantone, in corrispondenza dell’applicazione del salario minimo, sicuramente argineranno il fenomeno, ma in questo momento bisogna dare un segnale forte».

I controlli

E proprio sul tema dei controlli è intervenuto il Consigliere di Stato, Christian Vitta, che ha fatto sapere come gli accertamenti riguarderanno anche la legittimità dei contratti. Certo, il Canton Ticino è l’unico sin qui che ha inserito nella Legge sul Salario minimo l’eccezione dei contratti collettivi. Per dirla con Ocst e Unia «ciò non significa che da eccezione tutto ciò si trasformi in qualcosa di molto scorretto e di penalizzante per i lavoratori».

C’è un altro dettaglio che merita grande attenzione in questa vicenda. «Con l’applicazione del salario minimo molti dipendenti avrebbero sicuramente migliorato la propria condizione salariale, se non fosse intervenuta questa novità dell’ultima ora, che rappresenta un balzo all’indietro molto pericoloso - fa notare ancora Nenad Jovanovic -. Tra i lavoratori delle aziende in contatto con “TiSin” c’è paura mista a preoccupazione. Sabato vogliamo dire che i sindacati sono a totale disposizione dei lavoratori e del territorio».

Di sicuro il “caso TiSin” sta agitando l’autunno dell’industria ticinese. Ieri l’organizzazione “TiSin” - attraverso Ticinolibero.ch - ha replicato alle accuse, spiegando che «i tre contratti sottoscritti hanno riguardato aziende in difficoltà. Abbiamo parlato con 800 lavoratori».

I racconti raccolti dai sindacati in presa diretta sarebbero di tenore ben diverso.

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