Svizzera, volano i contagi
Via alle restrizioni
E obbligo di smart working

Le misure della Confederazione per arginare i contagi Protestano gli esercenti, ma nei ristoranti soltanto vaccinati e guariti

Scongiurata (al momento) l’ipotesi di un nuovo lockdown, da lunedì la Svizzera imboccherà decisa la strada del “2G”, garantendo cioè l’ingresso agli spazi interni dei ristoranti, nonché delle manifestazioni sportive e culturali unicamente a persone vaccinate o guarite. Nonostante la ferma contrarietà delle Associazioni imprenditoriali (su tutte l’influente Usam, l’Unione svizzera delle arti e mestieri), il Governo di Berna ha annunciato ieri a metà pomeriggio un’altra importante novità, legata al fatto che sempre da lunedì il telelavoro - o smart working - sarà obbligatorio. Provvedimento questo che già interessa un buon numero di frontalieri e che tra quarantotto ore da raccomandazione conquisterà i gradi di obbligo.

Il ministro Alain Berset - dal marzo 2020 la voce del Governo sul “tema pandemia” - ha parlato senza mezzi termini di “inasprimento dei provvedimenti”, aggiungendo che oltre all’obbligo del “2G”, nei ristoranti o comunque negli spazi al chiuso sarà obbligatorio “indossare la mascherina e si potranno consumare cibi e bevande soltanto stando seduti”. In caso contrario, l’accesso sarà consentito a persone vaccinate o guarite, risultate negative ad un tampone.

Per gli eventi all’aperto con più di 300 persone, invece, continuerà invece ad essere applicata la regola “3G” (accesso riservato anche a chi si sottoporrà ad un tampone). Dura la reazione di GastroTicino, con il presidente Massimo Suter: «Sono provvedimenti che dimostrano una totale incoerenza. L’impressione è che Berna non abbia un piano ben definito. E queste nuove misure - paradossalmente - vanno a colpire allo stesso modo non vaccinati e vaccinati, con questi ultimi che magari hanno il “Certificato vaccinale” in scadenza. La certezza è che oggi abbiamo è che le restrizioni connesse al “2G” porteranno in dote forti ripercussioni sul periodo natalizio. Va da sé che la clientela è destinata a ridursi in modo importante».

Il presidente di GastroTicino - nonché vicepresidente di GastroSuisse - fa anche notare che «il lockdown, pur con conseguenze devastanti per il nostro settore, avrebbe rappresentato un punto fermo, mentre questo regime di semi-lockdown davvero si fa fatica ad accettarlo. Per il secondo Natale consecutivo, la nostra categoria paga il prezzo maggiore. Aiuti? Il nullaosta alla base legate sul 2022 per l’indennità di perdita di guadagno è un buon inizio. Bisognerà capire se alle promesse seguiranno i fatti».

Da capire, già da lunedì, anche quali saranno le ripercussioni sull’obbligo di smart working, con Berna che nel tardo pomeriggio ha chiarito un aspetto della vicenda: «Se non fosse possibile il telelavoro, vigerà l’obbligo di indossare la mascherina nei locali dove è presente più di una persona».

Dopo i problemi registrati giovedì, con il debutto della nuova ordinanza per l’ingresso nel Belpaese firmata dal ministro Roberto Speranza, ieri si è normalizzata la situazione ai valichi. Saranno controllate tutte le auto che non hanno una targa ticinese, in virtù del nullaosta al transito senza tampone entro i 60 chilometri dal confine.

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