Como: tasse e sponsor
salvano il Comune

Il Tempio Voltiano perde i pezzi? Niente paura, ci sono gli sponsor. La rete dei sentieri rischia di scomparire? È pronto un bando per i privati. E se i muri del centro città sono coperti di scritte non c’è problema perché ci sono i volontari.

Succede anche questo nei periodi di emergenza. E questo deve proprio esserlo se siamo ridotti a pensare che il Comune non ha i soldi nemmeno per prendersi cura di un monumento simbolo come il Tempio Voltiano e confida nell’aiuto, iniziativa lodevole s’intende, di un paio di aziende. Che strano Paese è il nostro: gli italiani hanno il record mondiale dei pregiudizi nei confronti del privato salvo poi pensare di risolvere tutto grazie all’aiuto degli sponsor. Questi ultimi – e non da oggi – hanno contribuito al restauro di tanti beni di primario interesse culturale. Da Palazzo Vecchio al Colosseo, giusto per citarne alcuni tra i più noti.

Certo che anche a Como non scherziamo affatto. Come saremmo messi se gli Amici di Como non avessero provveduto a sistemare un tratto della passeggiata a lago? Si dà per fatto acquisito che con i contributi degli sponsor si realizzino eventi e manifestazioni (la stessa mostra di Villa Olmo ha raccolto la bellezza di circa 300mila euro a fronte dei duemila visitatori scarsi nel primo mese di apertura). È invece consuetudine meno diffusa che i privati, in virtù di un estremizzato principio di sussidiarietà, si facciano carico di opere pubbliche o della manutenzione ordinaria di beni pubblici. Trent’anni fa ci siamo tutti stupiti di fronte alle prime aiuole con il logo in mezzo. Oggi la sorpresa di allora fa sorridere.

La nuova frontiera del volontariato civico è stata segnata in Brianza. Prima a Cantù, ora a Carugo – tanto per rimanere ai casi che hanno avuto maggiore risalto sui media – i cittadini vengono impiegati per “tappare” le buche delle strade, riparare i giochi vandalizzati ai giardinetti, sfalciare le erbacce. Ma anche Como non è stata da meno, basti pensare al lavoro di manutenzione delle ringhiere lungo il Cosia (ridipinte dai volontari nell’arco di alcune settimane) oppure all’impegno di un’associazione come la Famiglia Comasca, un autentico motore di iniziative al servizio della città. E ancora, per rimanere alla cronaca, il caso del Sororptimist che ha donato il restauro della fontana di Villa Olmo. Si tratta di esperienze che confermano una volta di più il senso civico diffuso nel nostro territorio ma anche il segno, evidente, che i Comuni sono stati davvero ridotti alla canna del gas.

I sindaci oggi stanno a galla provando a vendere quel po’ di patrimonio immobiliare che è loro rimasto e aumentando le tasse. Lucini, per il ruolo che occupa, è finito in prima pagina. Ma a provvedimenti analoghi sono stati costretti quasi tutti i primi cittadini della nostra provincia.

Si spremono i contribuenti e alla fine i Comuni restano sempre con le tasche vuote se è vero che per tirare la carretta sono costretti a confidare nel buon cuore del volontariato o degli sponsor. La collaborazione con i privati ¬- siano essi aziende, singoli cittadini o associazioni - è ovviamente un fatto positivo. Ma c’è da chiedersi sino a quando si potrà tirare la corda.

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