Como: tasse su tasse
ora serve una svolta

Se l’ex sindaco Stefano Bruni passerà alla storia per lo scandalo del muro sul lungolago, ma Lucini, se non innesterà un radicale cambiamento di marcia, rischia seriamente di essere ricordato come il primo cittadino che ha aumentato tutte le tasse possibili.

Già poco dopo l’insediamento, aveva agito sull’aliquota Irpef, suddividendola in scaglioni (prima era sempre stata allo 0.2% per tutti, indipendentemente dal reddito) e portandola per alcune fasce al massimo, cioè allo 0.8%. La tregua c’è stata solo nel 2013 e, ieri mattina, al termine di una seduta fiume e con una durissima opposizione delle minoranze, è stata approvata la stangata, che porta l’Irpef allo 0.8% tranne per chi ha un reddito annuo lordo fino a 15.000 euro. In pratica poco più di 12mila contribuenti. Chi, ad esempio, guadagna 15.001 euro si vedrà applicare lo 0.8%. E, rispetto all’anno scorso, gli aumenti sono tutt’altro che confinati a pochi euro.

Non va nemmeno tralasciato il fatto che l’aliquota Tasi è stata portata al massimo (il 3.3 per mille) benché siano state previste detrazioni e che in provincia di Como, in ogni caso, non mancano gli esempi di amministrazioni (con numeri di abitanti contenuti, è giusto precisarlo) che quella che è stata denominata tassa sui servizi, anche se in realtà altro non è che una Imu mascherata (il metodo di calcolo è identico).

Insomma, tasse e ancora tasse. E, almeno finora, dalla data dell’insediamento a oggi, si è visto poco altro. Da tempo ormai il sindaco dice che sul tema cruciale, quello su cui si è giocato la campagna elettorale e che lo ha portato sulla poltrona principale di Palazzo Cernezzi, si sta lavorando e che si è a un passo dalla conclusione, almeno dal punto di vista di tutte le carte propedeutiche al riavvio dei lavori. Ma finché non si tornerà a vedere un operaio sul cantiere che ha ferito irrimediabilmente la città, non si può parlare di passi concreti. La Ticosa è ancora impantanata per beghe di bilancio (senza contare l’annoso problema degli inquinanti) e il parcheggio ancora un miraggio. Prosegue la trattativa con Multi, è vero, ma finora non ci sono certezze. Chiusa, invece, e non senza polemiche, anche se per ora solo formalmente (i lavori si vedranno entro fine anno) la vicenda Trevitex.

In pratica finora Lucini ha messo in atto rispetto al programma elettorale l’ampliamento della zona a traffico limitato, che ha scatenato polemiche a non finire e che si trova ora sui tavoli della magistratura amministrativa, e la rivoluzione nella raccolta dei rifiuti, che ancora presenta qualche intoppo. La maggioranza è divisa e i malumori serpeggiano sempre di più anche e soprattutto nel partito di maggioranza relativa, il Pd, che più volte e a più riprese ha chiesto un “ricambio di passo”.

Su una cosa, certamente, l’amministrazione Lucini, ha messo il piede sull’acceleratore. Le tasse. Con buona pace dei comaschi che, val la pena ricordarlo, gli diedero fiducia in massa. Incassò, infatti, al ballottaggio, il voto di oltre 7 comaschi su 10 tra coloro che si erano recati alle urne (moltissimi quelli che restarono a casa). Ma, chissà come mai, nessun candidato mette mai nel programma elettorale l’aumento delle tasse.

Per evitare di rimanere nella storia cittadina come il sindaco che ha salassato i comaschi, Lucini non ha più tempo da perdere. Sulle paratie innanzitutto non bastano più le rassicurazioni del tipo “stiamo lavorando”. A lavorare ci deve essere qualcuno sul lungolago. Solo così potrebbe invertire radicalmente la rotta ed evitare la deriva.

© RIPRODUZIONE RISERVATA