Nelle Tracce d’italiano
un azzardo a fin di bene

Mi era sembrato un azzardo, qualche anno fa, proporre ai ragazzi di una quarta elementare un percorso su Giorgio Caproni, a partire dall’incipit di una delle sue poesie più intense, una preghiera tenera e struggente per ritrovare la memoria della figura della madre, la cara Annina, in cui invitava la sua anima a fare in fretta: “Ti presto la bicicletta ma corri”. Ne era uscito un percorso intenso, anche relativo alla figura del grande poeta del Novecento, maestro elementare per tutta una vita che, negli anni Settanta, i suoi ultimi di insegnamento, aveva chiesto di poter seguire soprattutto quei ragazzi che non ce la facevano, che avevano dei problemi, gli “ultimi” insomma. Ora Caproni trova la notorietà popolare che si merita tutta grazie al tema della maturità, che chiede l’analisi di un suo testo, “Versicoli quasi ecologici”, che risulta una scommessa, ma anche una bella prova di riflessione e di interpretazione poetica, anche a prescindere dal fatto che molti dei ragazzi non conoscono Caproni e qualcuno se l’è presa con lui sul Web. Invece la scelta è inusuale, coraggiosa e finalmente pone le basi per un allargamento del canone letterario che si studia a scuola. A noi anche questo sembra un azzardo, ma a fin di bene, affinché anche i grandi nomi del Novecento vengano fatti conoscere ai più giovani, soprattutto quelli come Caproni che hanno forte umanità lirica e pongono domande sull’esistenza e sull’interiorità e sulla vita. Ed è un monito a chi opera nella scuola, ai professori soprattutto, ad allargare le prospettive, a riconsiderare tutto il Novecento, come patrimonio ormai consolidato e come lezione che non va negata ai ragazzi, anzi ha bisogno di essere approfondita.

Comunque le tracce d’italiano per quest’anno hanno proposto percorsi non usuali: cercano l’attualità ma chiedono di svilupparla in modo nuovo e diverso. È il caso del tema di attualità che invita i ragazzi a riflettere sul tema del “progresso”, a partire da alcune considerazioni di Edoardo Boncinelli chiedendo di sviluppare una problematica importante: “Per migliorarci serve un a mutazione”, distinguendo però tra “un progresso materiale, fatto di realizzazioni e conoscenze, di natura prevalentemente tecnico- scientifica” e un “progresso morale e civile, che coinvolge soprattutto i comportamenti e gli atteggiamenti mentali”. Questa è una bella sfida posta ai giovani di oggi e soprattutto una possibilità ampia di potersi esprimere sulla qualità di un progresso inteso come crescita “integrale”, che non lasci da parte l’aspetto umano, la possibilità, appunto, di arrivare ad una effettiva maturità.

Nei saggi brevi va sottolineato come le problematiche della contemporaneità siano state poste, al di là delle semplici constatazioni date dalla cronaca. Così importante sembra l’attenzione allo sviluppo di un tema come quello che riguarda l’uomo e la natura, che viene richiamato in due casi nell’ambito del saggio breve. In quello artistico letterario si chiede di esprimersi sulla “natura tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura”, a partire da brani di Leopardi, di Pascoli e di Montale, oltre che attraverso la lettura di immagini del grande William Turner e di Pellizza da Volpedo. Una bella sfida, come lo è quella sul saggio storico politico, dedicato al tema dei disastri e della ricostruzione, con tracce per nulla ovvie, basti pensare a quella di un’altra grande firma della cultura internazionale di oggi, Alvar Gonzales Palacios, con un articolo che parla di “piedi nel fango” e di “dignità in testa”. Sfide non facili dunque e soprattutto tracce che invitano i ragazzi a riflettere realmente e a non praticare “la retorica del quotidiano”. Questo è un buon segno: del resto “maturità” significa affrontare consapevolmente e in modo personale le sollecitazioni della realtà. Queste indicazioni di lavoro sono poco adatte per le frasi fatte e i luoghi comuni ed è giusto che sia così, perché la scuola ha il dovere di innovare, non di standardizzare l’ovvietà.

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