ParoLario: la qualità
modello vincente

La terra, la bellezza, l’amore, tutto questo ha sapore di pane... Nel giorno dell’inaugurazione di ParoLario bisognerebbe lasciar parlare la poesia, nel caso specifico “L’Ode al pane” di Pablo Neruda, di cui sono stati scelti i tre versi finali come “sigillo” della quattordicesima edizione della kermesse, che quest’anno ha per titolo, e per tema, “Il gusto ritrovato. Nutrire il corpo, coltivare l’anima”.

C’è stato il tempo del dibattito acceso (legato al fatto che il Comune abbia scelto di modificare le date della grande mostra, sfrattando ParoLario da Villa Olmo, straordinaria sede delle ultime edizioni), quello della battaglia per dare continuità a un festival riconosciuto da tempo a livello nazionale (trovata la sede alternativa con l’aiuto dell’Amministrazione provinciale, Villa Gallia, è risultato sempre più difficile coprire i costi e lo si è potuto fare anche grazie alla disponibilità di tanti autori a rinunciare a qualsiasi gettone... prendessero esempio i politici...), ora è il momento dell’ascolto.

“Del mare e della terra faremo pane, / coltiveremo a grano la terra e i pianeti, / il pane di ogni bocca, / di ogni uomo, / ogni giorno”, è ancora Neruda a “parlare”, “ciò che ha / forma e sapore di pane / divideremo”. ParoLario condividerà pane per l’anima, con l’abbinamento di alcune degustazioni, a partire da quella di vini pugliesi di questa sera, di cui beneficeranno anche i corpi.

E lo farà per nove giorni consecutivi, alternando nella sede principale e in quelle collaterali (la biblioteca di Como, Villa del Grumello, Villa Sucota, il liceo Volta, Palazzo Terragni e l’inedito Museo dei rifugi antiaerei recentemente inaugurato sotto la Croce Rossa di via Italia Libera) un centinaio di eventi, tra incontri con gli autori, spettacoli, film e mostre.

Nonostante la sede più piccola e le difficoltà a far quadrare il bilancio, ci sono le premesse per cui dalla crisi, che non è certo di ParoLario ma del contesto, la kermesse ne esca rafforzata. La credibilità che il comitato organizzatore si è costruito in 14 anni e la nuova collaborazione con la rivista Satisfiction hanno portato a un ulteriore innalzamento del livello degli incontri. Basta scorrere l’elenco dei nomi e dei temi che verranno a trattare: da Ferzan Özpetek a Flavio Oreglio, da Mauro Corona a Selvaggia Lucarelli, da Vittorio Sgarbi a Camilla Baresani, da Giorgio Gherarducci e Marco Santin della Gialappa’s Band a Gualtiero Marchesi.

Il fatto che gli incontri siano stati per necessità logistiche concentrati in un numero più ristretto di giorni - 9 contro i tempi d’oro quando il tendone in piazza Cavour rimaneva allestito per due settimane - è semmai un vantaggio: ha spinto a puntare tutto sulla qualità e ad avvicinarsi a un modello vincente come quello del Festivaletteratura di Mantova (quest’anno cento incontri in 5 giorni dal 3 al 7 settembre), che diventa appetibile anche per chi ama il turismo culturale: in pochi giorni chi viene da fuori ha l’opportunità di vedere la città, il lago e un eccezionale distillato di letteratura, filosofia, poesia, enogastronomia, musica e cinema.

Non resta che sperare che il Comune l’anno prossimo torni a mettere a disposizione anche Villa Olmo: nove giorni di eventi in quattro ville storiche del primo bacino del Lario potrebbero davvero diventare un ottimo volano turistico.

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