Perché essere
orgogliosi di Volta

Dobbiamo esserne davvero fieri. Di Alessandro Volta e anche di Antonio Sant’Elia, riferimenti mondiali per chi guarda al futuro, e cerca di disegnarlo, anche in questo mondo 3.0. Parola di Mark Holmes, l’autore del doodle che il 18 febbraio di due anni fa, per il 270° anniversario della nascita, riportò l’inventore della pila su monitor e display di centinaia di milioni di internauti di tutto il mondo. Potrete leggere il suo pensiero su Volta domani, assieme ad altri autorevoli interventi, in un numero speciale del nostro supplemento domenicale “L’Ordine” dedicato al comasco più illustre in occasione del 190° della morte.

Un piccolo contributo, questo inserto monografico, a mettere in pratica la virtù della curiosità, di cui il nostro concittadino fu e rimane eccelso maestro, auspicata su queste stesse colonne poco meno di un anno fa, quando Como di apprestava ad accogliere il Premio Nobel Nakamura. Nei dieci mesi passati da allora, tanti segnali positivi hanno riacceso la nostra città nel segno di Volta: dal Lighting Design Festival dello scorso dicembre, ai cartelli posizionati dall’Accademia delle arti e dei commerci di Santa Giuliana in alcuni luoghi voltiani, fino a quelli recentissimi che il Comune di Como ha finalmente collocato agli ingressi della città, sotto il nome della stessa.

Due le direzioni in cui ci sembra che si possa fare ancora molto per crescere come comunità comasca, seguendo l’esempio di Volta: connettendo sempre di più Como con il mondo e prendendosi maggiore cura di quegli straordinari spazi verdi attorno alla città, dove si può incontrare la prima insostituibile maestra del grande scienziato, la natura.

L’importanza del network che Volta seppe costruire nell’Europa dei lumi ricorre nei contributi di diversi autori che hanno scritto per questo numero de “L’Ordine”: da uno scienziato come Giulio Casati, voltianamente pragmatico quando si tratta di fare progetti per Como, all’ultima erede dell’inventore, Alessandra Roseo Volta, che lancia un’idea e un appello al Comune per ridare la dignità che merita al Tempio Voltiano, il museo più visitato di turisti stranieri nel capoluogo, come ricorda in un altro articolo Federico Canobbio Codelli.

Interessante la visione di Volta di chi è più lontano da Como: vale per lo stesso Holmes, che osserva come la pila sia molto più famosa, anche a livello iconografico, del suo stesso inventore (per questo l’ha collocata al centro del doodle e forse non sarebbe stata un cattiva idea inserirla anche nei cartelli posti agli ingressi della città), e per John McCourt, biografo e massimo studioso di James Joyce, che ricorda come nell’”Ulisse” lo scrittore dublinese abbia collocato Volta tra gli eroi, in mezzo a Buddha e Shakespeare. Due professori universitari estrosi come il filosofo della Scienza Giulio Giorello e il medico scrittore Paolo Mazzarello, che dedicò a Volta un romanzo uscito per Bollati Boringhieri e ispirato alla travolgente passione per la cantante Marianna Paris, ci ricordano come la vita dello scienziato sia stata ricca di incontri, viaggi, diatribe e sfide umane e scientifiche, tutte da scoprire e da raccontare.

Tante intuizioni del grande fisico, è un altro minimo comun denominatore di diversi interventi racconti sul nostro inserto e più in generale della vita e dell’opera voltiane, hanno avuto origine proprio dall’osservazione della natura.

E un’altra iniziativa, promossa per questo 190° dalla Fondazione Alessandro Volta, con la collaborazione di numerosi festival e sodalizi comaschi, e coordinata da chi scrive, ci porterà a riscoprire attraverso sei passeggiate creative proprio quegli ambienti, ancora tanto vivi quanto non adeguatamente curati, che circondano la Como delle belle piazze e dello splendido lago, particolarmente accessibili, alcuni dalla città e altri dai quartieri periferici, in pochi minuti a piedi. Polmoni verdi, aree ideali per un turismo culturale e sostenibile, parchi già pronti, solo da valorizzare un po’ di più. Come sta finalmente accadendo con il riconoscimento del Parco della Valle del Cosia, dopo 23 anni di lavoro (nonché di solleciti e attese) dei volontari della Città possibile.

La stessa attenzione, non solo da parte di volontari che già la garantiscono, meritano l’oasi del Bassone, incastonata tra la fattoria fatiscente che fu dei Volta e la ferrovia Como-Milano ideata dal figlio di Alessandro, Zanino, nonché le vie verdi e panoramiche che da Como salgono fino Brunate dove Volta andò a balia. Una passeggiata vedrà coinvolti come organizzatori il Festival della Luce e le nostre Primavere e vi porteremo, con lo scrittore/architetto Gianni Biondillo, a rivisitare quel percorso che da Villa Olmo arriva fino a Cernobbio, valorizzato in occasione delle celebrazioni voltiane del 1927 e da qualche anno interessato da una serie di interventi – il Chilometro della conoscenza, l’orto botanico, la ciclabile in arrivo – che sono tra i risultati migliori ottenuti dalla collaborazione tra pubblico e privato e su cui sono giustamente riposte tante attenzioni e attese per un futuro in cui bellezza e sostenibilità siano fatti e non solo parole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA