Speriamo che sia
la volta buona

La firma sul contratto per il cantiere più importante di Villa Olmo, quello per la sistemazione del parco e per la creazione dell’orto botanico, è arrivata. In ritardo di un anno rispetto alle previsioni iniziali di Palazzo Cernezzi e con l’ultimatum imposto dall’amministrazione all’impresa che avrebbe dovuto chiudere la parte burocratica a fine luglio, ma non si era presentata negli uffici di via Vittorio Emanuele.

Tra un mese, a meno di ulteriori imprevisti che non sono mancati nemmeno per il maxi progetto di Villa Olmo, dovrebbe partire il cantiere. Calendario alla mano, e stabilita in un anno la durata dei lavori, non sarà certamente il sindaco Mario Lucini a tagliare il nastro di una delle tre opere principali del suo mandato, visto che i lavori non termineranno entro la primavera del 2017 come era stato previsto inizialmente. Oltre al cantiere di Villa Olmo, Lucini potrà vantare di aver sistemato le piazze (non senza polemiche, ma con risultati apprezzabili per la zona dei Portici Plinio, via Garibaldi e piazza Grimoldi) e di aver portato a termine il recupero dell’ex Trevitex che ha visto la regia del Comune pur trattandosi di un’operazione interamente finanziata e realizzata dai privati.

I grandi temi come paratie e Ticosa sono destinati a restare al palo e, comunque, se ci dovessero essere passi in avanti, sarebbero ben lontani dalla conclusione a cui puntava il primo cittadino già dalla campagna elettorale.

Il lungolago resterà imprigionato dietro grate e barriere ancora per anni, fino al 2019-2020 se tra un anno si riuscirà davvero a vedere operai al lavoro.

E la Ticosa è molto lontana da quel quartiere residenziale con maxi parcheggio pubblico che avrebbe dovuto essere realizzato entro il 2011. Cinque anni dopo ancora non si sa nemmeno se si proseguirà sul percorso attuale oppure se bisognerà ripartire da zero. In quest’ultimo caso, forse, si potrebbe interpellare la città su cosa vuole davvero per una delle ultime aree pubbliche libere della convalle.

Ma torniamo a Villa Olmo e speriamo che questa sia davvero la volta buona e che il cantiere possa partire e, soprattutto, proseguire senza intoppi. Dopo le ferie saranno avviati anche i lavori di restauro della facciata e, successivamente, si farà la gara per la ristrutturazione delle serre. Questo vuol dire che, nell’arco di un anno, si inizierà a vedere la trasformazione di uno dei simboli di Como con un progetto che il Comune ha potuto avviare solo grazie al contributo economico – di 5 milioni di euro – di Fondazione Cariplo.

Ma le domande aperte, al di là degli aspetti tecnici, riguardano soprattutto la gestione e il futuro del compendio che già dal Settecento aveva attratto personalità, musicisti e scrittori. I comaschi potranno continuare a passeggiare e a godersi l’unico vero polmone verde cittadino e, sulla gratuità dell’ingresso non ci dovranno essere dubbi poiché, in caso contrario, ci sarebbe una sollevazione popolare ben più forte delle proteste degli ultimi anni. Orto botanico e serre, saranno invece aree per le quali sarà verosimilmente introdotto un ticket. Servirà a questo punto avere un piano dettagliato delle spese di manutenzione e di gestione in modo da realizzare un piano economico-finanziario sostenibile per le casse di palazzo Cernezzi.

Sarebbe bene chiarire al più presto tutti questi aspetti, in modo che non ci siano né dubbi né ombre sull’intera operazione che comprende anche la sistemazione del parco di Villa Saporiti. Almeno si potrà dire che, seppur con qualche difficoltà, l’obiettivo è stato raggiunto.

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