Monti lariani a rischio:
allarme del soccorso alpino

Sarebbe meglio rimanere a casa in questi mesi di neve e gelo, evitando di affrontare escursioni impegnative: «I nostri monti di casa in questo periodo hanno condizioni pari a dei tremila, pur essendo più bassi; queste condizioni ingannano soprattutto chi crede di fare un’escursione come se si fosse d’estate, e si trova in situazioni in cui servono esperienza e materiale tecnico adeguato»

ERBA Non bisogna credere di conoscere la montagna, darle troppa confidenza, perché in questo momento le cime innevate rappresentano un’insidia per tutti, specialmente per chi non è un esperto, non s’informa e non ha il materiale tecnico adeguato. Per il Soccorso alpino la prudenza non è mai troppa, e anzi sarebbe meglio rimanere a casa in questi mesi di neve e gelo, evitando di affrontare escursioni impegnative. «I nostri monti di casa in questo periodo hanno condizioni pari a dei tremila, pur essendo più bassi; queste condizioni ingannano soprattutto chi crede di fare un’escursione come se si fosse d’estate, e si trova in situazioni in cui servono esperienza e materiale tecnico adeguato - spiega Giacomo Arrigoni, capostazione delle Grigne del Soccorso alpino -. Non si devono sottovalutare le nostre montagne in questo periodo, perché il pericolo rappresentato dalla situazione climatica influisce fortemente sull’asprezza dei monti». Così un monte tranquillo come il San Primo può uccidere, com’è accaduto domenica a Oliver Stang, giovane tedesco residente a Praga in vacanza nel Triangolo Lariano. Nel primo pomeriggio mentre saliva con la fidanzata Zdenka Kujova, di nazionalità ceca, lungo un sentiero, ha perso l’equilibrio. Entrambi sono scivolati sul ghiaccio finendo in un canalone; una caduta fatale per il suo compagno. «Morire sul San Primo è assurdo, chi conosce il monte lo sa bene - spiega uno degli intervenuti sulla cima domenica per il soccorso alpino, Antonio Fumagalli -. Però anche un monte facile come questo può diventare difficile se ci si mettono la sfortuna e - magari - una preparazione non all’altezza. Dispiace moltissimo, trattandosi anche di una persona giovane. Si deve però capire che i nostri monti in questo periodo sono severi per le loro condizioni». Potrebbe essere un consiglio corretto anche quello di restare a casa, secondo Arrigoni: «Riccardo Cassin soleva dire: “Un maglione e un chiodo in più non hanno mai ammazzato nessuno; un maglione e un chiodo in meno sì”. Si può tranquillamente attendere la primavera per andare sui monti; è una scelta auspicabile, in alcuni casi. Poi naturalmente il materiale tecnico attuale può dare una grande mano per evitare rischi; idem la preparazione».

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