L'Insubria "fonde" Como e Varese
«Basta liti, docenti in comune»

Agli Stati generali dell'università, convocati ieri a Villa del Grumello dal Tavolo provinciale per lo sviluppo e da Univercomo, il rettore dell'Insubria Renzo Dionigi ha colto l'occasione per chiarire davanti a tutti - enti locali, parlamentari comaschi e rappresentanti delle forze economiche del territorio - i problemi e le strategie dell'ateneo

COMO «Le vicende universitarie sono segnate dal fatto che non sia nata l'università autonoma di Como. Ma anche Varese voleva il suo ateneo. Noi tutti abbiamo subito l'istituzione dell'Insubria. Ma da quanto è nata, siamo leali servitori di un ateneo che deve essere bipolare e lo sarà. Indietro non si torna».
Agli Stati generali dell'università, convocati ieri a Villa del Grumello dal Tavolo provinciale per lo sviluppo e da Univercomo, il rettore dell'Insubria Renzo Dionigi ha colto l'occasione per chiarire davanti a tutti - enti locali, parlamentari comaschi e rappresentanti delle forze economiche del territorio - i problemi e le strategie dell'ateneo. E ha annunciato una svolta, che dovrebbe consentire di «superare i campanilismi». «Ho incontrato più volte il ministro Gelmini - ha riferito il rettore - e mi ha detto che vi è un'intesa tra le parti politiche per applicare la riforma subito dopo le elezioni regionali. Ci sono in particolare due aspetti del Ddl, la "governance" a la ristrutturazione dipartimentale, che ci vedono molto favorevoli. Soprattutto la seconda intendiamo sperimentarla il prima possibile, a prescindere dai tempi di attuazione della riforma». In pratica, si tratta di mettere in comune i professori delle due sedi. «Scompariranno le facoltà - ha annunciato Dionigi - e avremo dei macrodipartimenti di 35-40 docenti minimo, che si occuperanno sia della didattica che della ricerca. I queste nuove strutture confluiranno i prof comaschi e quelli varesini». Il rettore ha citato come modello il Politecnico, che da tempo ha una struttura trasversale. Ma dal successivo intervento del rettore del Poli, Giulio Ballio, è emersa però una differenza importante: «Noi abbiamo scelto - ha sottolineato Ballio - di focalizzare nelle diverse sedi attività che non sono presenti nelle altre». Non così l'Insubria, che ha invece avviato da un po' di tempo la duplicazione dei corsi: ormai consolidato lo sdoppiamento di Giurisprudenza su Varese e di Economia su Como, dal prossimo anno raddoppierà anche Scienze della comunicazione. Dionigi, prima di rientrare nel capoluogo prealpino, ha precisato che intende proseguire su questa strada.
L'altra novità riguarda la "governance", «ovvero il Consiglio di amministrazione - ha spiegato il rettore - che assumerà anche i poteri di indirizzo, ora detenuti dal Senato accademico, e dovrà essere composto per il 40% da manager di grande competenza presenti sul territorio». Non ha, tuttavia, nascosto che «il percorso è in salita» a causa della legge 270/2007, quella che impone il requisito minimo di 4 docenti di ruolo per ogni anno di corso. La normativa è stata illustrato nel dettaglio dalla preside di Giurisprudenza Maria Paola Viviani Schlein: le assunzioni, peraltro, sono bloccate ed è possibile sostituire solo il 50% dei prof che vanno in pensione. «Questo ci ha costretti a chiudere Beni culturali a Como», ha rimarcato il rettore. Il preside della facoltà di Scienze, Stefano Serra Capizzano, ha ritrattato l'allarme che possano avere lo stesso destino anche altre lauree: «Matematica, Fisica, Chimica e Scienze ambientali non sono a rischio». E l'ipotesi di passare sotto l'"ala protettrice" di un'università milanese si è trasformata in quella di una semplice «collaborazione tra atenei».
Pietro Berra

© RIPRODUZIONE RISERVATA