Cappuccino a Como
per John Malkovich

Il passaggio della star hollywoodiana è avvenuto al bar Luisita di via Boldoni martedì mattina alle 8. Il titolare, Maurizio Casati, arrivava al lavoro con l'Ape verde. La responsabile, Manola Pontiggia, usciva dal locale per servire il cliente e prendendo l'ordinazione si accorgeva della somiglianza

COMO Metti un americano a Como, ma mica un americano qualsiasi, un americano famosissimo, anzi un attore americano famosissimo, un mostro sacro del cinema come John Malkovich. Si siede al tuo bar e ti chiede un cappuccino. Tu lo guardi e dici: «Ma sarà lui?». Però non glielo dici subito, ci pensi su mentre gli prepari la colazione. Poi gli servi il cappuccino e lo guardi meglio. «È lui». E allora trovi il coraggio: «Lei è John Malkovich?». «O yes», sorride il volto famoso. E si presta anche alla foto ricordo. Il passaggio della star hollywoodiana è avvenuto al bar Luisita di via Boldoni martedì mattina alle 8. Il titolare, Maurizio Casati, arrivava al lavoro con l'Ape verde. La responsabile, Manola Pontiggia, usciva dal locale per servire il cliente e prendendo l'ordinazione si accorgeva della somiglianza. «All'inizio ero perplessa perché era identico ma non ero tanto sicura - racconta Manola -, poi quando gli ho portato il cappuccino l'ho guardato meglio e ho capito che era proprio lui. Allora gliel'ho chiesto ed è stato davvero gentile. Ho chiesto se potevo farmi fare una foto con lui e ha detto sì». Un divo in posa ricordo a dispetto delle parti da cattivo che recita spesso nei suoi film.  «Ha bevuto un altro cappuccino e poi ha salutato e se ne è andato». Being John Malkovich è così: anche se giri in jeans e camicia ti riconoscono per strada e ti chiedono una foto ricordo. E non devi neanche litigare con George Clooney per un cappuccino come nella pubblicità della Nespresso.

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