Funghi: su Facebook
guerra italo-svizzera

A ingaggiare la singolare contesa il gruppo «Fungiatt ticines», che conta già trecentocinquanta iscritti. Emblematica della “missione” del gruppo la fotografia di un fungo con accanto la bandiera italiana sbarrata. Una disavventura anche per un assessore di Oltrona San Mamette

OLTRONA SAN MAMETTE Guerra ai fungiatt italiani su Facebook. A ingaggiare la singolare contesa il gruppo «Fungiatt ticines», che conta già trecentocinquanta iscritti. Emblematica della “missione” del gruppo la fotografia di un fungo con accanto la bandiera italiana sbarrata. Per quanto gli aderenti sostengano di non essere razzisti e di non voler «mostrarsi intolleranti nei confronti dei fungiatt originari di altre zone», se la prendono con loro per certi comportamenti che mal tollerano. Alla base dell'appartenenza al gruppo l'aspirazione a «Boschi più puliti, liberi da rifiuti di ogni genere comprese scatolette di tonno e vasi di nutella»; il fastidio di: «Far colonne, per quattro funghi, alle cinque del mattino sul Lucomagno, a Gola di Lago, a Carì, in Val Onsernone. Le targhe? Co, Va, Mi. Il periodo? Da fine agosto a ottobre inoltrato». Dito puntato contro l'”invasione” dei fungiatt forestieri: «Un bosco sperduto, il mattino presto, non deve assomigliare a un supermercato» e una dichiarata insofferenza verso chi cerca funghi con: «Il bastone in vero finto nocciolo, i mocassini e il cestino da pic-nic colmo di ogni fungo considerato sommariamente commestibile». Da qui lo slogan: «Salviamo i nostri boschi da migliaia di frontalieri fungiatt».
Mobilitazione on line contro i fungiatt italiani che fa il paio con la disavventura occorsa all'assessore oltronese Biagio Millefanti, qualche settimana fa – di ritorno da un pomeriggio sul Monte Laura - inseguito per chilometri dalla polizia svizzera e poi sottoposto a una minuziosa perquisizione per accertare se avesse raccolto più funghi del consentito. Millefanti condivide in parte le proteste al di là del confine, ma invita a non generalizzare: «Fanno bene a difendere i loro boschi, l'importante però è rispettare chi si attiene alle regole. Certi comportamenti sono in effetti eccessivi, ma spesso sono tipici di cercatori di funghi improvvisati che raccolgono tutto e spaccano i funghi non commestibili; anziché con cestino e attrezzo, girano ancora con il sacchetto di plastica in cui di solito c'è anche qualche bottiglia e spuntino, che poi sovente buttano dove capita. L'altro giorno a Lucomagno abbiamo trovato diverse bottiglie nel prato e una marea di cartacce nel bosco. Non so se le abbiano lasciate italiani o svizzeri, ma quella maleducazione dà fastidio anche a me che non sono del posto. Il vero fungiatt, per passione, si comporta con rispetto delle persone e dei luoghi; trova il bosco pulito e lo lascia com'è».

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