Cantù, tornano alla luce
quattro antichi lavatoi

Sono stati riscoperti da Dario Tagliabue, designer canturino con la passione di questa ricerca storica da almeno trent'anni. Così ha trovato questi simboli della civiltà rurale di un tempo a Santa Naga, a Capiago, in via Como e in via Monte Generoso

CANTÙ Nuove scoperte di antichi lavatoi nel territorio canturino. Ne è autore Dario Tagliabue, un designer canturino che coltiva questa sua passione da almeno un trentennio e che ha al suo attivo numerose mostre su questi manufatti, una recentemente svolta nell'ottobre scorso all'interno dello spazio espositivo canturino "Corte San Rocco".

Proprio durante la mostra di ottobre tra i molti visitatori sono emerse segnalazioni di strutture magari abbandonate o semidistrutte, isolate, poste ai margini di radure, ma comunque molto interessanti sul piano storico.
Così Tagliabue è riuscito a rintracciare altri quattro manufatti e poi a fotografarli. Si trovano uno al confine tra Cantù e Capiago Intimiano, in prossimità della massicciata della ferrovia Como-Lecco, dalla parte opposta a quello già documentato della Cascina dei Prati, detta anche "Cassina di Praa" o dei Salvadè; uno in via Como, nei pressi dell'antica osteria del Caturel; uno nella zona degli Arconi, in via Monte Generoso, non lontano da quello già noto della "Guarentina" o "Quarentina". Infine un ultimo lavatoio si trova nei boschi della località Santa Naga.

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