Spina Verde, mezzo milione
Per i falchi e le salamandre

Parco della Spina Verde, la salamandra avrà una piccola piscina in pietra e legno in cui prendere il bagno; il falco pellegrino disporrà di un nido per riposare, mentre i volatili in generale potranno covare sui rami d'ontano; querce e castagni, i nostri alberi tipici, prenderanno il posto delle robinie infestanti.

COMO Parco della Spina Verde, la salamandra avrà una piccola piscina in pietra e legno in cui prendere il bagno; il falco pellegrino disporrà di un nido per riposare, mentre i volatili in generale potranno covare sui rami d'ontano; querce e castagni, i nostri alberi tipici, prenderanno il posto delle robinie infestanti.
E se qualche escursionista avesse nostalgia del tempo delle more, ritroverà i piccoli frutti selvatici, commestibili e rinfrescanti, quasi quanto 1.200 metri quadrati di bosco rigoglioso per le pozze d'acqua che lo ristorano. Tra due anni, tutto questo ed altro ancora sarà realtà nella Spina Verde, il parco che si estende da Albate a Drezzo, abbraccia Como e rappresenta un patrimonio naturalistico, storico, archeologico di valore incalcolabile. Senza contare la funzione per l'aria e la salute.
Sono pronti e in appalto progetti per 570mila euro, per metà chiesti ed ottenuti dal Parco sul bando europeo "Life + Call for proposal 2010" dell'Unione Europea e per 235mila euro ottenuti sul bando «Biodiversità 2011» della Fondazione Cariplo. La quota di 49.769 euro sarà assicurata dal Parco su più annualità del proprio bilancio.
La Spina Verde è stata riconosciuta Sito di interesse comunitario; innumerevoli i progetti che le aree italiane hanno presentato, ma il nostro Parco è stato tra i pochi beneficiari di fondi per la conservazione e la valorizzazione dell'ambiente naturale.
Santi in paradiso? «No - afferma il presidente del Parco, Giorgio Casati - siamo stati attenti alla pubblicazione dei bandi, abbiamo presentato progetti ed integrazioni richieste di documentazione, siamo riusciti a far capire l'importanza di mantenere un patrimonio come la Spina Verde». Piuttosto, rivolge un pensiero ai cittadini ed è un elogio: «A differenza di qualche anno fa - aggiunge Casati - notiamo una sensibilità diversa dei cittadini nei confronti del Parco della Spina Verde e questa sensibilità si traduce in una parola: rispetto. Abbiamo favorito la conoscenza da parte delle giovani generazioni con gli incontri con le scolaresche nelle aree didattiche, ma il nuovo atteggiamento onora tutti e ci incoraggia». Qualche accenno ai problemi burocratici, soprattutto nei rapporti con gli uffici del Comune capoluogo, non è mancato nella presentazione dei progetti, ieri mattina al "Pirellino", presente anche il direttore del Parco, Franco Binaghi e altri collaboratori. Ma l'obiettivo degli interventi si focalizza sulla protezione degli ambienti a rischio di scomparsa, con la perdita di anfibi e rapaci, del gambero di fiume o del cervo volante, cioè di alcune delle 150 specie di vertebrati e delle molteplici di invertebrati che vivono nella Spina Verde, 1.154 ettari. E sono il 40% delle specie che vivono nell'intera provincia.
Tra i punti principali del piano, il contrasto ai dissesti idrogeologici.

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