L'ultimo anno di Bruni
Fallimenti senza appello

Naufragio delle grandi opere e anche delle piccole. Tre mesi alla fine del mandato senza la maggioranza

COMO - «È stato un anno faticoso, il più duro in assoluto. Credo però che si stia chiudendo meglio di come iniziato. Ci attendono due sfide terribili: la chiusura dell'accordo di programma sul campus che con la crisi ha bisogno di essere rilanciato e il raddoppio delle Nord da Camerlata a Borghi». Così il sindaco Stefano Bruni aveva archiviato il 2008. Le sue speranze si erano infrante solo pochi mesi dopo. Un giro di calendario dopo, a fine 2009, aveva definito l'anno appena trascorso come «oggettivamente complicato». Era stato l'anno del maxi rimpasto di giunta conclusosi con lo scandalo del muraglione costruito sul lungolago.
Ma il peggio, forse, doveva ancora arrivare. Il 2010 è stato l'annus horribilis dal punto di vista amministrativo (le uniche soddisfazioni per Bruni sono arrivate dalla sua Inter) con il naufragio della Ticosa, le paratie senza un futuro e la sfiducia scampata di un soffio (e grazie alla giravolta di Pastore, Buono e Arcellaschi). E se possibile nel 2011 le cose sono peggiorate ulteriormente, sia sul fronte dell'amministrazione, sia su quello politico con la città governata senza maggioranza e con scialuppe di salvataggio arrivate in più di un'occasione dall'opposizione.
Un finale amarissimo per Bruni, destinato a passare alla storia cittadina come il «sindaco del muro» e dei clamorosi flop. Non solo sulle grandi opere, ma anche sulle piccole cose (il 2011 ha segnato proprio la sconfitta su temi come asfaltature, illuminazione pubblica, piano neve).
Il 2011 avrebbe dovuto essere l'anno dei grandi traguardi: il cantiere delle paratie avrebbe dovuto essere concluso nel gennaio scorso con un lungolago nuovo di zecca e in Ticosa avrebbe dovuto essere completato il quartiere modello. Partendo dal biglietto da visita della città, a tre mesi dalla fine del mandato, è ancora un grande punto interrogativo ed è in corso il braccio di ferro tra Comune e impresa per la ripresa dei lavori, fermi dal 27 gennaio al secondo lotto (tra Sant'Agostino e piazza Cavour). Il primo tratto (tra piazza Cavour e i giardini a lago) è ridotto a una spianata chiusa eccezion fatta per la parentesi estiva finanziata dal calciatore del Milan e della Nazionale Gianluca Zambrotta. Attualmente non esiste alcun progetto per l'arredo urbano e non è nemmeno stato indetto il bando per la progettazione definitiva. Il terzo lotto, quello di piazza Cavour, con le uniche paratie mobili (in tutto il resto della passeggiata sono previsti i cosiddetti "panconi manuali", cioè barre di alluminio da posizionare in caso di esondazioni) ancora non è definito nei dettagli e alcune modifiche sono contenute in una perizia non ancora predisposta. Il tutto senza contare il salasso economico con i costi lievitati fino a oltre 23 milioni di euro, destinati ad aumentare ancora.
Disastro anche per la Ticosa, con unica nota positiva l'avvio della bonifica del sottosuolo a quasi cinque anni dalla demolizione. Quello che sorgerà al posto della vecchia tintostamperia non è chiaro visto che l'intera vicenda è sul tavolo dei magistrati.
Sul tavolo della Procura è finita anche la gestione del patrimonio comunale: con box, posti auto e appartamenti affittati a ex dirigenti e dipendenti a prezzi molto bassi e con diversi immobili comunali occupati da custodi senza più alcun titolo. In tribunale anche il mancato rinnovo delle concessioni per i chioschi.
Al palo e pieno di incognite il destino della cittadella dello sport di Muggiò, indicata da Bruni come il primo atto da sindaco. Era il maggio del 2007 e il progetto è al vaglio del consiglio comunale, ma la società che deve realizzare l'intervento in partnership con il pubblico, ha fatto sapere che le condizioni sono da rivedere.
Nessun passo in avanti per il campus universitario e per la metropolitana leggera: per entrambi non ci sono né progetti concreti né soldi.
E proprio i problemi di bilancio saranno l'eredità peggiore che Bruni lascerà suo successore: il mancato incasso dei 14 milioni di euro derivanti dalla vendita della ex Ticosa si fa sentire, come pure hanno un impatto pesante i continui tagli imposti da Roma.
Tra le note positive (poche) dell'ultimo quinquennio la tangenzialina di via Del Lavoro (già avviata nel mandato precedente) e le grandi mostre - seppure con qualche polemica - di Villa Olmo.
Gisella Roncoroni
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Su "La Provincia" in edicola oggi (mercoledì 28 dicembre 2011) due pagine speciali dedicate al bilancio dell'amministrazione Bruni

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