L'inchiesta su Don Marco
Autoscatti a luci rosse

La denuncia. La confessione. I messaggini. E adesso pure le foto. Ogni giorno che passa le prove a carico di don Marco Mangiacasale, in cella da due settimane con l'accusa di violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di almeno cinque minorenni, si accumulano e si fanno schiaccianti.

COMO La denuncia. La confessione. I messaggini. E adesso pure le foto e i filmini. Ogni giorno che passa le prove a carico di don Marco Mangiacasale, in cella da due settimane con l'accusa di violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di almeno cinque minorenni, si accumulano e si fanno schiaccianti.
A carico dell'ex parroco di San Giuliano, dopo i primi accertamenti compiuti dai periti informatici nominati dalla Procura, spuntano ora pure autoscatti a luci rosse e filmini girati con il telefonino dallo stesso prete.
Don Marco, infatti, ha inviato ad almeno una delle minorenne che lo hanno denunciato degli mms particolarmente espliciti: immagini scattate a se stesso e accompagnate da testi abbastanza inequivocabili. Ma nel voluminoso fascicolo sono pure finiti brevi filmini hard autoprodotti.
Giorno dopo giorno una città sgomenta e incredula di fronte alle pesantissime accuse che avevano portato in cella don Mangiacasale, è costretta ad affrontare inedite prove a sostegno della prima denuncia a carico del più classico degli insospettabili.
Gli abusi sono iniziati almeno nel 2008.

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