Como, rifiuti e movida
Basta un po’ di buon senso

Se si fa la parafrasi e si attualizzano le immortali strofe di Giuseppe Verdi nel Nabucco si potrebbe cantare “O mia Como, sì bella e tafazzata”. Perché la nostra città non riesce proprio a guarire dalla sindrome del personaggio di Giacomo Poretti che era uso a tormentarsi i santissimi a bottigliate.

Fra i tanti sintomi di questo male per nulla oscuro vi è quello della movida tra i rifiuti. Il caso non a caso (sorry per il gioco di parole voluto) è divampato venerdì quando è andato in scena un match a cui avremmo fatto volentieri a meno di assistere: quello tra il bello e il brutto. In piazza Verdi, davanti al teatro Sociale, si svolgeva lo splendido e luminoso evento del Festival della luce e Marker. Poco in più in là si passeggiava in maniera poco amena tra sacchi di rifiuti che attendevano di essere raccolti mentre i camioncini bianchi sfioravano i pedoni delle vie della Città murata per adempiere alla mansione. Insomma tutto quello che non si dovrebbe fare in una città turistica.

Pensare che questa della nuova raccolta differenziata è un’iniziativa lodevole. Perché consente di tamponare gli sprechi di materie prime che non sono inesauribili come si è pensato per anni in maniera sciagurata. E questo, pur nel suo infinitesimamente piccolo, contribuirà a lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo migliore. Inoltre i comaschi, a furia di trafficare per dividere carta, vetro, plastica ecc... saranno alla fine ricompensati per il loro lavoro con una riduzione delle tariffe.

Peccato che il tafazzismo ci metta poi del suo con questa raccolta in centro nella serata del venerdì. Vero che a Como il fine settimana non è così movimentato, specie di inverno. Ma con l’arrivo del caldo e della bella stagione, le nostre bellezze naturale e qualche evento azzeccato un po’ di gente la portano qui. L’assessore Magatti punta il dito contro i commercianti che non rispetterebbero gli orari concordati per il ritiro. In ogni caso questo non risolverebbe il problema dei camioncini nelle vie del centro tra vuole farsi due passi o è seduto ai tavolini di un bar a gustarsi una bibita.

Il presidente dei negozianti ammette qualche inadempienza dei suoi associati, ma butta anche la palla nel campo di Aprica, l’azienda che effettua la raccolta e, a suo dire, non sarebbe proprio così puntale nel ritiro. C’è da dire a difesa di amministrazione comunale e impresa di raccolta dei rifiuti che sono stati gli stessi commercianti a non volere lo spostamento del giorno di raccolta che taglierebbe la testa al toro. Insomma, forse c’è anche qualcuno che non va d’accordo con se stesso.

Chi ha avuto la pazienza di arrivare fino a questo punto avrà certo capito che non è difficile guarire dalla sindrome del tafazzismo. Qualunque medico scriverebbe sulla ricetta: buon senso e buona volontà q. b.

Meglio perciò cercare una farmacia adatta e procurarseli perché da qui in avanti la situazione non migliorerà. La bella stagione (sperem) è sull’uscio, gli eventi non mancheranno e il caldo, si sa, non è il miglior alleato dalla fragranza dei sacchi lasciati sulle strade in attesa di andare incontro al loro destino.

Mica vorremo dare altro lavoro a mister Savethewall, Pierpaolo Peretta, vero?

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