Ammoniaca nel torrente Faloppia
E gli svizzeri si arrabbiano

L’allarme. Il liquido ha ucciso i batteri che fanno funzionare l’impianto di depurazione.

Un massiccio sversamento di ammoniaca negli impianti fognari o nei corsi d’acqua è finito nel depuratore della Val Mulini, ha ucciso il 20% dei batteri utilizzati per il trattamento dei reflui ed ha provocato un guaio internazionale.

I liquami sono usciti tal quali dalle vasche del depuratore, sono finiti nel fiume Faloppia che corre lungo il confine ed entra in territorio di Chiasso (per poi entrare nel Breggia al Brogeda, e da qui nel lago di Como) . « Stavolta, è entrato nero come l’inchiostro, schiuma biancastra in superficie, maleodorante »: è la descrizione di Ezio Merlo, comasco - ticinese segretario del Consorzio Arginature del Basso Mendrisiotto, sentinella di tutti gli eventi ecologici della valle, al di qua e al di là dal confine. Ha chiesto al Comune di Chiasso e alla Federazione Pesca di costituirsi parte civile, ma soprattutto taccia il nostro versante di «aver tenuto all’oscuro la popolazione».

In una lettera aperta, Merlo ricostruisce la vicenda che risale alla sera del 22 luglio, ma è ancora un mistero: venti- trenta centimetri di fango non consentono di stabilire le conseguenze sulla fauna ittica e sull’ecosistema e solo la settimana prossima, appositi strumenti stabiliranno se c’è ancora anima viva nel fiume di frontiera.

LEGGETE l’ampio servizio su LA PROVINCIA di SABATO 1 agosto 2015

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