Arnaboldi in viaggio
Prossimo step Turchia

Andrea Arnaboldi scalpita, per lasciarsi alle spalle un 2020 nefasto per il tennis internazionale

«Basta allenamenti, non vedo l’ora di tornare in campo». Andrea Arnaboldi scalpita, per lasciarsi alle spalle un 2020 nefasto per il tennis internazionale - tanti tornei cancellati, compreso il Challenger di Como -, ma non del tutto da buttare per lui. Anzi.

Non sono mancate, nonostante il lockdown e un’attività a singhiozzo, alcune soddisfazioni. Prima tra tutte la finale conquistata a Todi nel torneo della ripresa, ossia il redivivo campionato assoluto: finale persa contro Lorenzo Sonego, ma con in tasca il titolo di vicecampione italiano: «È stata una bella soddisfazione, resta un po’ di amaro in bocca per come ho giocato la finale contro Sonego, ma sono assolutamente contento».

Non male anche la parte conclusiva della stagione, con vittorie importanti contro giocatori di alta classifica come il giapponese Taro Daniel e Pedro Martinez. Il risultato migliore è stata però la semifinale al Challenger di Parma, dove Arnaboldi è andato a un passo dalla finale, battuto dal britannico Liam Broady, dopo essere stato in vantaggio di un set.

Ora il tennista canturino, 33 anni e numero 268 al mondo, è pronto a ripartire dal cemento: da martedì sarà impegnato all’importante Antalya Open Atp 250, in Turchia. «È un bel torneo, ci sono tanti “big”, spero di entrare in tabellone. Poi cosa farò è tutto da vedere: ci sono un altro paio di challenger in Turchia, ma non so se riuscirò a entrarci. Purtroppo la compressione dei tornei non aiuta. Preferirei tornare per poi andare in Francia a giocare sul cemento».

Il bilancio del 2020 non è del tutto negativo: «È stato difficile e duro. Ero partito bene, ero lanciato dopo un 2019 brutto nel finale. Ho ripreso a gennaio con nuove motivazioni e stavo facendo anche bene. Poi purtroppo ci siamo fermati e, dopo gli Italiani, ho avuto problemi alla schiena. Ho fatto un po’ di punti, il problema è che davanti, stando fermi a lungo, i tennisti non hanno perso punti e partendo da un 2019 negativo è stato più difficile risalire». La ripresa, in regime di convivenza con il Covid, è stata particolare: «Era strano raccogliere pallina e asciugamano, di fatto cambiano i tempi di gioco. Alla fine, apprezzi davvero le cose che una volta erano la normalità».

Dopo alcune settimane di allenamento al Circolo Tennis Cantù con il cugino Federico, seguito da coach Giorgio Mezanzani e dal preparatore Stefano Viganò, Arnaboldi è pronto per le sfide vere sul campo: «Ho voglia di fare quello che più mi piace, ossia giocare i tornei e andare a competere, troppo allenamento alla fine è sfiancante».

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